Curare il tumore nel cane con i funghi terapeutici
15 March 2012
_di Alessandro Prota
CORIOLUS VERSICOLOR
Molti fattori influiscono sullo sviluppo dei tumori e non sempre sono presi seriamente in considerazione; tra questi vi sono: – Gli effetti da sostanze tossiche presenti nell’ambiente – Gli additivi contenuti negli alimenti – Il sovraccarico degli organi emuntori – lo squilibrio delle funzioni immunitarie – Lo stress – Conflitti psichici Le conseguenze dell’inquinamento ambientale, l’utilizzo di pesticidi così come di additivi nell’industria alimentare, non devono essere sottovalutate. Il problema, infatti, sta nella quotidiana, anche se solo in piccole quantità, assunzione di sostanze nocive attraverso l’alimentazione, , l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo; tali sostanze, col tempo sovraccaricano i nostri organi emuntori: fegato, stomaco e intestino, reni, sistema linfatico e polmoni. Questo crea nell’organismo un ambiente favorevole allo sviluppo di una forma tumorale in grado di progredire grazie anche al derivante squilibrio del sistema immunitario che non riconosce e distrugge in tempo le cellule cancerogene. Non solo inizialmente bensì anche durante la malattia, le tossine svolgono un ruolo fondamentale. La malattia stessa così come i tratta- menti di radio o chemioterapia determinano la formazione di sostanze tossiche che affaticano gli organi adibiti ai processi di detossicazione, in particolare fegato e reni, con peggioramento della funzionalità e ristagno delle tossine. Il tutto va ad alterare il funzionamento del sistema immunitario. Contro questo surplus di scorie e tossine il nostro organismo reagisce con un esaurimento psico-fisico che influisce negativamente sullo stato di salute generale. Se la capacità rigenerativa psico-fisica è limitata e l’organismo non è più in grado di adattarsi a situazioni stressanti, si crea-no le condizioni predisponenti allo sviluppo di patologie croniche, che a loro volta contribuiscono al mantenimento dello squilibrio immunologi-co. Fattori negativi come stress, infiammazioni croniche, allergie e tumori determinano uno spostamento dell’attività del sistema immunitario verso la risposta umorale (produzione di anticorpi e stimolo infiammato-rio). La risposta umorale (definita TH1) e quella cellulo-mediata (TH2) in condizioni di equilibrio dovrebbero lavorare 12 ore l’uno e 12 ore l’altro. Se permane lo stimolo per una risposta TH2, la risposta TH1 viene automaticamente inibita per cui l’organismo perde la capacità di difendersi da virus e cellule tumorali. L’eccesso di vaccinazioni e terapie prolungate con cortisone provocano uno sbilanciamento della risposta verso TH2 con riduzione della sorveglianza immunitaria TH1 Il ripristino di un equilibrio tra risposta immunitaria umorale e cellulo-mediata è quindi assolutamente necessario per consentire all’organismo di poter funzionare sia contro i microrganismi che contro le cellule tu-morali. La diagnosi “tumore” rappresenta un forte peso psicologico per le persone colpite da questa patologia, infatti anche conflitti emozionali possono creare le condizioni predisponenti per uno sviluppo di malattia. Pensieri negativi si ritorcono sempre contro come energia negativa, e tramite sintomi fisici e malattie viene evidenziato quello che noi nella vita non abbiamo osato vivere di persona. Solo con questo equilibrio una persona può guarire o mantenersi sana. Cosa necessita l’ organismo per guarire? A seconda dell’età del paziente, del tipo e della progressione di malattia, è necessario che vi sia un preciso trattamento tradizionale (chirurgia, chemioterapia, radioterapia) supportato da terapie che permettano da una parte di contrastare gli eventuali effetti collaterali, e dall’altra di lavorare sulle cause. Una intensiva cura di detossicazione, ripristina un equilibrio del sistema immunitario fondamentale per ogni processo di guarigione. Un eccellente supporto per una terapia globale è l’assunzione di funghi terapeutici grazie alle loro straordinarie capacità di detossicazione e di immunomodulazione. Funghi terapeutici come adattogeni Le sostanze adattogene effettuano un ottimo lavoro nel ripristino dell’equilibrio immunologico. Il termine “sostanza adattogena” è stato concepito dal medico russo N.V. Lazarev, intendendo tutte quelle so-stanze che provvedono al sostentamento e mantenimento di un buon stato di salute e resistenza fisica, anche in situazioni di stress psico-fisico fino nella vecchiaia. Nella sua definizione, un adattogeno deve avere le seguenti caratteristi-che: − Non deve dare all’organismo alcuno stress organico supplementare − Deve consentire un migliore adattamento organico all’ inquinamento ambientale (attraverso l’assunzione di funghi terapeutici, il sistema nervoso, endocrino ed immunitario da cui partono principalmente i meccanismi di adattamento, vengono supportati nella loro funzione) − Devono avere un effetto di immunomodulazione, per prevenire sia una ridotta che una eccessiva reazione del sistema immunitario Questa azione adattogena è stata dimostrata sul fungo Maitake: in condizioni di polarizzazione TH2, l’assunzione di Maitake ripristina l’equilibrio spostandolo verso TH1. L’azione adattogena avviene grazie alla presenza di polisaccaridi immunomodulanti in esso contenuti. Questo porta alla conclusione che anche altri funghi siano in grado di ripristinare l’equilibrio tra cellule TH1 e TH2, grazie al notevole contenuto di polisaccaridi, che svolgono questa modulazione in sinergia con tutte le altre sostanze bioattive contenute dal fungo nella forma naturale. I Beta-Glucani sono polisaccaridi a catena lunga, contenuti in concentrazioni variabili in tutti i funghi che, a seconda del tipo, si presentano in varie strutture chimiche, con efficacia sul sistema immunitario che aumenta a seconda della complessità della struttura, che varia quindi anche a seconda del fungo. Ai polisaccaridi isolati dai diversi funghi sono stati dati nomi specifici, ad es. lo Shiitake, il Coriolus e il Maitake I Beta-Glucani agiscono a vari livelli si direttamente che indirettamente sul sistema immunitario: attivazione dei monociti/macrofagi, produzione di specifiche citochine, proliferazione e attivazione delle cellule NK, stimolazione di linfociti B e T. L’aumentata produzione di citochine, specifiche a seconda dello squilibrio in atto, fa partire specifici meccanismi di regolazione. Tra i funghi contenenti grandi quantità di polisaccaridi complessi vi è l’Agaricus Blazei Murrill (ABM); l’ABM, associato a vitamina C che ne facilita l’assorbimento, viene largamente utilizzato per la regolazione del sistema immunitario in patologie tumorali. Tra le azioni dell’ABM vi è quella di stimolare la rigenerazione del midollo osseo e di conseguenza l’emopoiesi che può essere pregiudicata da trattamenti radio e chemioterapici, risolvendo situazioni di anemia e di immunodepressione. Inoltre con l’aiuto dell’ABM possono essere controllate situazioni di epatomegalia, caratteristiche di leucemie e linfomi. Anche il fungo Maitake svolge una importante azione sul sistema immunitario in particolar modo quando è colpita la struttura ossea. Questo fungo ha la capacità di rinforzare il tessuto osseo, caratteristica che lo rende molto utile nei casi di metastasi ossee, ma anche per la prevenzione delle metastasi; nei casi di tumori cerebrali è preferibile l’impiego del Maitake all’ABM. Le sostanze utilizzate nella chemioterapia non danneggiano solo le cellule tumorali, ma anche i tessuti sani, in particolar modo quelli costituiti da cellule in attiva replicazione, come per esempio la cute, le mucose e il midollo osseo. Alterazioni dell’emopoiesi (ridotta sintesi di globuli rossi e bianchi), stanchezza, nausea, vomito, perdita di pelo o danni alla mu-cose possono essere effetti collaterali di tali terapie. L’utilizzo dei funghi a scopo terapeutico permettono di tenere sotto controllo la tossicità di tali terapie salvaguardando e rinforzando i tessuti sani. Il fungo Reishi (Ganoderma lucidum) tonifica e protegge il fegato agevolando l’eliminazione dal nostro organismo delle tossine in eccesso, con conseguente riduzione dei danni. Il Reishi insieme all’ABM è molto efficace nel ripristinare una corretta emopoiesi. Il Reishi supporta l’eritropoiesi, riducendo la sintomatologia legata all’anemia ossia una scarsa ossigenazione sanguigna e conseguente stanchezza fisica. Questo fungo viene utilizzato soprattutto nei tumori che colpiscono il fegato o il tessuto polmonare. Il fungo Coriolus (Trametes versicolor) viene invece impiegato prima o durante una radioterapia. Le conseguenze negative delle radiazioni sull’emopoiesi e sulle mucose possono essere ridotte anche in fase preventiva (uso profilattico). Singoli studi dimostrano l’efficacia del Coriolus verso i tumori caratterizzati da componente ormonale come carcinomi mammari e prostatici. In presenza di metastasi è consigliabile l’impiego del fungo Polyporus Il sistema linfatico trasporta molto sostanze tossiche dai tessuti organici ai vasi sanguigni per poterle eliminare attraverso fegato e reni ed ha inoltre un ruolo importante nel nostro organismo, tant’è vero che un suo blocco genera un sovraccarico di scorie che vanno ad incidere sul funzionamento del sistema immunitario. Appunto per questo, nelle malattie tumorali è fondamentale che vi sia una buona funzionalità del sistema linfatico soprattutto in caso di linfoadenectomie (asportazione del linfonodo) che possono condurre a blocchi e edemi. Nel quadro di una terapia globale, queste situazioni potrebbero essere risolte con l’utilizzo di Polyporus. Spesso, anche il sovraccarico del tratto intestinale può creare dei problemi, perché la mucosa intestinale ha un ruolo rilevante sulla stabilizzazione, regolazione e sviluppo del sistema immunitario: le placche di Peyer in esso contenute sono importanti per le difese immunitarie, che si diffondono in tutto il corpo attraverso la circolazione sanguigna. . Dato che i funghi possono assorbire le sostanze nocive dal terreno, non dovrebbero essere utilizzati quelli raccolti in natura bensì preferibilmente quelli di origine biologica. La polvere derivata dal solo micelio dovrebbe essere evitata per il contenuto di oltre il 50% di farina perché a questa mancano determinate sostanze presenti solo nelle lamelle del fungo. L’utilizzo degli estratti non è sempre valido, perché effettuano stimolo e non modulazione delle difese immunitarie, aumentandone in qualche caso lo squilibrio. Qui di seguito presentiamo alcune indicazioni terapeutiche: Tumore Mammario: . Dato che spesso durante una mastectomia vengono asportati i linfonodi, è molto importante l’uso del Polyporus anche perché aiuta il sistema linfatico ad eliminare le sostanze nocive della chemioterapia. Per detossificare il fegato che risente molto della tossicità da chemioterapici è appropriata la somministrazione del fungo Reishi. Durante la radioterapia dovrebbe invece essere impiegato il Coriolus per la capacità di ridurre gli effetti collaterali delle radiazioni. Anche nei casi di carcinoma mammario ormono-dipendente si consiglia il Coriolus perchè migliora l’efficacia a lungo tempo del blocco ormonale. Per la protezione del tumore alla mammella è molto d’aiuto il Maitake. Dopo un trattamento con la medicina tradizionale, l’ABM è in grado di bilanciare il sistema immunitario onde evitare una possibile recidiva di malattia. Leucemia: qui si differenzia in base ad aumento o diminuzione dei leucociti. Se risultassero aumentati è utile lo Shiitake, se diminuiti la scelta ricade sul Reishi. In presenza di un splenomegalia è il caso di aggiungere l’ABM. Se fosse colpito il sistema linfatico, come per esempio nei linfomi, è da aggiungere il Polyporus. Perché utilizzare una miscela di funghi? I ricercatori ritengono che, al fine di massimizzare la risposta del sistema immunitario, una miscela di polisaccaridi funghi è migliore. Questi polisaccaridi aumentare il numero e l’attività di killer T e NK (natural killer) linfociti. La combinazione di specie di funghi medicinali invia gli stimoli del sistema immunitario di più a svegliarsi difese naturali del corpo. Perché è funghi importanti sono coltivate con metodo biologico? I funghi possono concentrarsi metalli pesanti, specialmente se vengono coltivati nei pressi di un’area industriale dove le sostanze inquinanti di aria e acqua può essere assorbita dal terreno e passato direttamente al loro interno. I Polisaccaridi dei funghi esercitano la loro azione antitumorale principalmente attraverso l’attivazione della risposta immunitaria dell’organismo ospite. Queste sostanze sono considerati come modificatori della risposta biologica (BRM, Wasser e Weis 1999). Ciò significa che: I funghi terapeutici aiutano l’organismo ad adattarsi a vari fattori ambientali e biologici esercitano un’azione non specifica sul corpo, di supporto alcuni o tutti i principali sistemi, compresi i sistemi nervoso, ormonale, e immunitario, nonché regolano funzioni biologiche Brekhman (1980). L’azione immunomodulante dei polisaccaridi è particolarmente utile come profilattico, una forma lieve e non invasivo di trattamento e nella prevenzione dei tumori metastatici, ecc I Polisaccaridi dei funghi non attaccano direttamente le cellule tumorali, ma producono i loro effetti anti-tumorali attivando diverse risposte immunitarie nell’ospite.
Dott Alessandro Prota
L’origano contro il tumore alla prostata
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Scoperta una proprietà anti-tumorale dell’origano, contiene, infatti, una sostanza che uccide le cellule del cancro alla prostata. Lo ha dimostrato uno studio condotto da ricercatori della Long Island University, presentato all’Experimental Biology 2012, il congresso tuttora in corso a San Diego, Usa.
Il team di Supriya Bavadekar, farmacologo della LIU, ha testato il carvacrolo, un componente dell’origano, sulle cellule del cancro alla prostata, dimostrando la sua capacità di spingere le cellule al suicidio. I ricercatori stanno cercando di capire come la sostanza induca le cellule tumorali ad autodistruggersi.
«Un vantaggio significativo è che l’origano è usato comunemente negli alimenti- spiegano i ricercatori – e questo potrebbe tradursi in una diminuzione del rischio di gravi effetti tossici se usassimo questa sostanza come un’arma anti-cancro».
Il pistacchio alleato della dieta
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Inaspettatamente il pistacchio, soprattutto quando abbinato a pane e pasta, aiuta a mantenere basso il livello di glicemia nel sangue. La novità arriva da un recente studio pubblicato dall’European Journal of Clinical Nutrition in cui alcuni ricercatori canadesi hanno valutato, in dieci adulti sovrappeso, l’impatto sulla glicemia del consumo di pistacchi assunti insieme ad alimenti ricchi di carboidrati. La risposta glicemica si riduceva in modo significativo e in modo dose dipendente, rispetto a quando il pane veniva consumato da solo. In particolare, 56 grammi di pistacchi ingeriti insieme a pasta o riso parboiled, abbattono la risposta glicemica del 40% e del 20%, rispetto a pasta o riso mangiati da soli.
«Apparentemente, l’associazione di alimenti proposta in questo studio – commenta Donatella Caruso, professore di biochimica all’università degli Studi di Milano – può sembrare deleteria per una dieta, specie se ipocalorica, ma la presenza di alcuni tipi di grassi, come quelli della frutta secca e dell’olio d’oliva, riduce la risposta glicemica, probabilmente modificando l’assorbimento di carboidrati».
La frutta secca in genere è salutare, aiuta a dare senso di sazietà ed è per questo consigliata come spuntino tra i pasti. Una revisione appena pubblicata da Nutrition Reviews conferma quello che già era noto: la frutta secca dà vantaggi sul fronte cardiovascolare e aiuta nel controllo del peso
Aspartame e i dubbi di cancerogenicità
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L’aspartame è il dolcificante artificiale più diffuso al mondo, ha le stesse calorie dello zucchero, ma è duecento volte più dolce. Scoperto nel 1965, l’aspartame è stato approvato in Italia solo nel 1982 per i sospetti di tossicità e di cancerogenicità, ora entro settembre la società europea per la sicurezza alimentare, EFSA, dovrà riformulare un verdetto sui rischi dell’aspartame. L’ha ordinato la Commissione Europea dopo la pressione fatta da alcuni parlamentari e dalla stampa, in particolare dal quotidiano Le Monde.
Nel 2005, uno studio indipendente condotto dall’istituto Ramazzini di Bologna dimostra la cancerogenicità dell’aspartame, che, dopo essere assunto nell’intestino e poi nel fegato, si trasforma in metanolo. Controversa anche la dose minima di fenilalamina o aspartame che possiamo tollerare ogni giorno: il limite è stato fissato dall’industria produttrice a 40mg per chilogrammo, ma non ci sono studi indipendenti sulla dose minima giornaliera. Inoltre i prodotti che contengono aspartame non precisano la quantità per confezione e quindi è difficile per i consumatori calcolare la dose ingerita ogni giorno. L’aspartame è presente in quasi 5mila prodotti: gomme da masticare, caramelle, bevande, yogurt, prodotti alimentari light o diet, dentifrici, farmaci pediatrici.
L’aspartame è molto usato anche per la convinzione che non faccia ingrassare. Ci sono però evidenze del ruolo delle sostanze light e degli edulcoranti artificiali nella sindrome metabolica. Gli allevatori di maiali usano l’aspartame nella dieta dei suini destinati all’ingrasso.
Fonti
· Corriere della Sera del 29 aprile, pag. 28.
La leucemia che colpisce in primavera e autunno
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La leucemia promielocitica, una rara forma di tumore che conta al massimo 200 casi l’anno, colpisce soprattutto in primavera e in autunno. Questa tendenza ricorrente non ha ancora una spiegazione: «Noi ematologi abbiamo la percezione di un’incidenza a grappolo – spiega Francesco Lo Coco, dell’Unità operativa complessa laboratorio di oncoematologia del Policlinico Tor Vergata di Roma, a margine del convegno internazionale Leukemia 2012 – cioè di un elevato numero di casi concentrato in un ristretto periodo di tempo. Questo aspetto va analizzato con l’ausilio di epidemiologi. E’ noto che nei Paesi scandinavi il numero di diagnosi è molto inferiore rispetto a quello registrato nei Paesi mediterranei e più vicini all’equatore. Si contano più casi nel Sud dell’Europa dunque, o anche nelle aree equatoriali e subequatoriali del Sudamerica. E’ necessario uno sforzo congiunto per dare un senso a questi dati, un team multidisciplinare fatto di ematologi, epidemiologi e biologi molecolari può essere strategico».
La ricerca epidemiologica sulle malattie leucemiche scarseggia, le cause eziologiche non si conoscono, tranne qualche piccola associazione, per questo motivo istituire dei team multidisciplinari potrebbe portare a progressi significativi.
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