MICOEDITORIALE OTTOBRE FINGOLIMOD VS SM
Eccoci di nuovo con il nostro consueto appuntamento gentili sostenitori della Micomedicina. Questo mese riprendiamo una notizia apparsa nella scorsa estate sullo studio di fase III Transforms presentato al congresso dell’European Neurological Society svoltosi a Giugno a Barcellona, che ha dimostrato l’efficacia del farmaco Fingolimod distribuito in Italia dalla Novartis con il nome commerciale di Gilenya, sulla Sclerosi Multipla, relativamente a tutti i quattro principali outcomes di malattia: perdita di volume cerebrale, lesioni attive (misurate con RM), tasso di recidiva e progressione della disabilità. Miglioramenti sono stati osservati nei pazienti passati dal trattamento standard con Interferone (interferone beta 1 a) a Fingolimod nei 12 mesi successivi al passaggio e fino alla fine dello studio di estensione a 4 anni e mezzo, tanto da diffondere tra gli studiosi entusiastici commenti come di un farmaco rivoluzionario meglio dell’interferone. Quando si tratta di rivoluzione c’è sempre di mezzo il mondo dei funghi, ed in effetti il Fingolimod non è altro che un pro-farmaco cioè una sostanza biologica analoga alla sfingosina che ha bisogno dell’azione di un’enzima che la attiva (fosforilazione dalla sfingosina kinasi della cellula) derivato da due funghi un micro e un macromicete: il Myrothecium verrucaria e l’Isaria sinclairii dei quali sono state sfruttate le azioni sinergiche contro la Sclerosi Multipla: il primo, derivando da un potente pesticida/larvicida utilizzato in agricoltura, blocca l’azione autoaggressiva dei linfociti agendo da immunosoppressore, il secondo, meglio conosciuto come Cordyceps sinclairii e come tutti i Cordyceps, stimola la rigenerazione l’anabolismo e la riparazione cellulare, in questo caso attraverso la sfingosina nella riparazione della mielina delle cellule nervose. Effettivamente è una vera rivoluzione, non c’è mai stato un farmaco che avesse un’azione così completa sulle cause di malattia della SM, ed i risultati stanno a confermare la bontà del trattamento. Anche se agendo da pro farmaco rimane pur sempre un farmaco, tuttavia non si può fare a meno di considerare come il Cordyceps sinclairii sia stato sempre usato nella MTC come un potente tonico elisir di lunga vita, anche in relazione alle sue caratteristiche di crescita che, come tutti i Cordyceps, sfrutta la chitina dell’esoscheletro di una larva che lentamente uccide, per costruire il proprio corpo fruttifero; nel caso dell’Isaria v. in pratica si prende il micelio che è la forma anamorfica non strutturata proveniente dal rimaneggiamento della larva. Quanto sopra rende ragione del nome cinese del Cordyceps (Dong chong chao) che vuol dire pianta d’estate verme d’inverno.
Quindi questo mese monografia sul fingolimod: primo articolo su Fingolimod, secondo articolo sulla farmacologia del myriocin sulla SM, il terzo articolo in inglese sui molti usi del Myrothecium verrucaria, il quarto ancora in inglese dal titolo farmaco per la SM dal folklore al laboratorio narra appunto la storia del Cordyceps prima ricordata, quinto ed ultimo sulla canapa indiana.
Grazie dell’attenzione e commentate!
Dott Maurizio BAGNATO MD
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