Alti livelli di vitamina D associati a basso rischio di sclerosi multipla
Levidenza epidemiologica e sperimentale ha mostrato che alti livelli di vitamina D, un potente immunomodulatore, possono ridurre il rischio di sclerosi multipla. Tuttavia, non esistono studi prospettici a sostegno di questa ipotesi. Uno studio coordinato da Ricercatori dellHarvard School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti, ha verificato lesistenza di unassociazione tra i livelli di 25-Idrossivitamina D ed il rischio di sclerosi multipla. Lo studio prospettico ha riguardato 7 milioni di soggetti delle Forze Armate degli Stati Uniti dei quali erano disponibili campioni di sangue conservato. I casi di sclerosi multipla sono stati identificati analizzando i database della Marina e dellEsercito sulla disabilit fisica nel periodo 1992-2004, con successiva conferma della diagnosi mediante lanalisi delle cartelle cliniche. I casi ( n = 257 ) sono stati confrontati con 2 controlli. Lo stato di vitamina D stato stimato dai livelli medi di 25-Idrossivitamina D di 2 o pi campioni ematici prelevati prima dellesordio dei sintomi della sclerosi multipla. Tra i soggetti di razza bianca ( 148 casi; 296 controlli ) il rischio di sclerosi multipla si ridotto in modo significativo con laumentare dei livelli di 5-Idrossivitamina D ( odds ratio, OR, per un aumento di 50nmol/l nei livelli di 25-Idrossivitamina D = 0.59 ). Utilizzando il pi basso quintile ( < 63.3nmol/l ) come riferimento, gli odds ratio per ciascun quintile successivo sono stati: 0.57, 0.57, 0.74 e 0.38 ( p = 0.02 per trend attraverso i quintili ). Solo lodds ratio per il pi alto quintile, corrispondente ai livelli di 25-Idrossivitamina D pi alti di 99.1nmol/l, era significativamente diverso da 1 ( OR = 0.38; p = 0.006 ). Il rischio di sclerosi multipla risultato correlato in modo inverso con i livelli di 25-Idrossivitamina D misurati prima dei 20 anni. Tra i soggetti di razza nera e gli ispanici ( 109 casi, 218 controlli ) che avevano livelli pi bassi di 25-Idrossivitamina D rispetto ai soggetti di razza bianca non stata riscontrata nessuna significativa associazione tra Vitamina D e rischio di sclerosi multipla. I risultati dello studio hanno indicato che alti livelli circolanti di Vitamina D erano associati ad un pi basso rischio di sclerosi multipla. ( Xagena2006 ) Munger KL et al, JAMA 2006; 296: 2832-2838 La vitamina D interagisce con una variante genetica coinvolta nella sclerosi multipla Nella sclerosi multipla, la variazione allelica nella regione MHC ( complesso maggiore di istocompatibilit ) classe II esercita il pi forte, singolo, effetto sul rischio genetico. Inoltre, c una crescente evidenza riguardo al fatto che la luce solare, o la vitamina D, rappresenti un fattore ambientale chiave nelleziologia di questa malattia. Ricercatori dellUniversity of Oxford in Gran Bretagna hanno ipotizzato che il fattore ambientale possa interagire con fattori ereditari. Lanalisi di sequenza ha localizzato un singolo elemento di risposta alla vitamina D ( VDRE ) nella regione promoter di HLA-DRB1. Il sequenziamento di questo promoter in pi di mille cromosomi di omozigoti HLA-DRB1 ha mostrato unassoluta conservazione di questo VDRE putativo sugli aplotipi HLA-DRB1*15. Al contrario cera una marcata variazione tra gli aplotipi non-associati alla sclerosi multipla. Esperimenti in vitro hanno mostrato che la vitamina D aumenta lespressione di HLA-DRB1 sulla superficie cellulare del 30% nelle cellule con gli alleli *1501, ma non in cellule con altre varianti del locus. Queste scoperte indicano lesistenza di un meccanismo che lega la vitamina D a questa malattia autoimmune. Nel caso in cui una persona con gli alleli HLA-DRB*1501 presenti una deficienza di vitamina D, lespressione sulla superficie cellulare di HLA-DRB1 nel timo potrebbe essere bassa. Come conseguenza, alcune cellule T autoreattive potrebbero sfuggire al processo di delezione, aumentando il rischio di successivo sviluppo di malattia autoimmune. ( Xagena2009 ) Fonte: PLoS Genetics, 2009 Il rachitismo dipendente dalla vitamina D come possibile fattore di rischio della sclerosi multipla Il rachitismo di tipo I dipendente dalla vitamina D ( VDDR I ) una rara condizione ereditaria causata da una mutazione CYP27B1. La vitamina D rappresenta un importante fattore di rischio per la predisposizione alla sclerosi multipla. Ricercatori dellUniversit di Bergen in Norvegia hanno esaminato lassociazione tra VDDR I e sclerosi multipla in 3 pazienti, provenienti da 2 famiglie. I 3 pazienti presentavano VDDR I, confermata mediante test genetico, ed avevano incontrato i criteri di Poser per la sclerosi multipla. Due pazienti sono stati sottoposti a risonanza magnetica per immagini, che ha confermato la diagnosi di sclerosi multipla di lunga durata. Secondo gli Autori le mutazioni alla base di VDDR I, in grado di influenzare il metabolismo della vitamina D potrebbero essere fattori di rischio per la sclerosi multipla. ( Xagena2008 ) Torkildsen O et al, Arch Neurol 2008; 65: 809-811
Sicurezza della vitamina D3 negli adulti con sclerosi multipla
La vitamina D3 pu avere effetti terapeutici in diverse malattie, tra cui la sclerosi multipla. Ricercatori dellUniversity of Toronto, in Canada, hanno esaminato la risposta calcemica a specifiche concentrazioni di 25-Idrossivitamina D3 [ 25(OH)D ]. Al protocollo di 28 settimane hanno partecipato 12 pazienti con sclerosi multipla in fase attiva. A questi pazienti sono stati somministrati 1.200 mg di Calcio elementare al giorno assieme a dosi progressivamente crescenti di vitamina D3: da 700 mug/settimana ( da 28.000 a 280.000 UI a settimana ). Le concentrazioni plasmatiche di 25-Idrossivitamina D3 inizialmente erano mediamente di 78 nmol/L e sono aumentate a 386 nmol/L ( p<0,001 ). Le concentrazioni di calcio plasmatico ed il rapporto urinario tra calcio e creatinina non sono aumentati nei valori medi, n hanno ecceduto i valori di riferimento per ogni singolo partecipante. Gli enzimi epatici, la creatinina plasmatica, gli elettroliti, e lormone paratiroideo non si sono modificati, sebbene i livelli di ormone paratiroideo si siano ridotti significativamente al paired t test ( analisi di varianza per misure ripetute ). Non sono state osservate variazioni nella progressione della malattia e nellattivit di malattia, mentre il numero delle lesioni captanti il gadolinio si sono ridotte dalliniziale 1,75 a 0.83 alla fine dello studio ( p=0,03 ). I dati dello studio forniscono evidenza della sicurezza degli alti livelli di Vitamina D. ( Xagena2007 ) Kimball SM et al, Am J Clin Nutr 2007; 86: 645-651
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