Cari lettori e “seguaci” della Micomedicina, ci lasciamo alle spalle l’anno funesto e bisesto 2016, per rilanciare con rinnovato vigore i concetti e le pratiche della medicina palliativa olistica nel 2017 appena cominciato parlando di cannabis e funghi.Al presidio fondamentale dei funghi che agiscono come supporto nutrizionale terapeutico e soprattutto preventivo nell’ambito della modulazione della risposta immunitaria antineoplastica, si associa nella pratica fitoterapica della micomedicina e con meccanismi solo in parte conosciuti, la Cannabis medica soprattutto sotto forma di olio in particolare per le patologie oncologiche. Oggigiorno c’è un grande interesse in Italia sulla Cannabis ed il merito è indubbiamente della legislazione nazionale che per la prima volta nell’ambito del SSN, permette la prescrizione e la somministrazione di UN DERIVATO ERBORISTICO, L’INFIORESCENZA DI CANNABIS PREPARATA IN FORMA GALENICA DAL FARMACISTA. La norma nazionale di riferimento è il Decreto Ministero della Salute del 09/11/2015 che elenca un gruppo di sintomi come il vomito e nausea durante la Chemio oppure il dolore neuropatico o neoplastico, la spasticità in malattie neurologiche come SLA, Sclerosi multipla, epilessia resistente o l’astenia dimagrimento e cachessia del paziente neoplastico o HIV, etc etc TUTTI QUESTI SINTOMI DEVONO ESSERE RESISTENTI AI TRATTAMENTI FARMACOLOGICI CONSUETI, possono quindi essere trattati con la cannabis medica sotto forma di decotto o di olio per via orale, o di vapore per via inalatoria. Qualora vi siano altre fattispecie che esulano dai casi descritti dalla Norma ad esempio un malato neoplastico che non fa chemio oppure che vuole associare l’olio di cannabis a scopo curativo del tumore e non dei sintomi ad esso correlati, la valutazione spetta al medico, tenendo conto delle interazioni farmacologiche e degli effetti collaterali della cannabis, il quale comunque si porrebbe fuori dalla Norma e quindi commetterebbe in teoria un illecito, qualora non abbia accertato l’esaurirsi delle risposte terapeutiche “Ufficiali” che viceversa lo riportano nell’ambito delle “cure compassionevoli” di cui alla Legge 94 del 1998 Legge “Di Bella” promulgata proprio nel periodo della sperimentazione del metodo Di Bella (ancora vigente) ed a cui il medico si deve attenere proprio nella prescrizione della Cannabis. Di seguito riportiamo lo schema posologico.
Posologia e dosaggi
Gli effetti della Cannabis sono da riferire principalmente, ma non esclusivamente, al suo contenuto in tetraidrocannabinolo (THC), il suo maggiore principio attivo.
La maggior parte degli studi pubblicati hanno utilizzato derivati sintetitici del THC, a dosaggi variabili a secondo delle patologie prese in considerazione.
Vi è inoltre una ampia variabilità individuale nella soglia di risposta così come nella eventuale comparsa di effetti collaterali. Ne consegue che il dosaggio ottimale per il singolo paziente deve essere valutato caso per caso.
Per la stimolazione dell’appetito in pazienti con AIDS sono risultati sufficienti dosaggi di 2,5 mg di THC 2 volte al giorno
I dosaggi consigliati per il trattamento della nausea in chemioterapia sono di 5-10 mg di THC 3-4 volte al giorno, cominciando circa 6 ore prima dell’inizio della chemioterapia.
I dosaggi utilizzati per il trattamento della spasticità nei pazienti con sclerosi multipla variano da 2.5 mg di THC una volta al dì sino a 5 mg di THC tre volte al giorno. In uno studio (Martin, 1995) che ha utilizzato il nabilone, un cannabinoide sintetico, un dosaggio di 1mg al dì garantiva un buon controllo dei sintomi.
I dosaggi utilizzati per la terapia del dolore variano considerevolmente, a seconda della patologia di base, e vanno dai 5 ai 50 mg/die di THC.
Va sottolineato che i dosaggi sopra menzionati sono riferiti a preparati sintetici di THC assunti per ingestione.
Se si utilizzano derivati naturali della Cannabis va tenuto presente che le preparazioni a base di infiorescenze essiccate (marijuana) contengono mediamente il 2.5 % di THC (range 1-15%), mentre la resina della pianta (hashish) contiene mediamente il 10% di THC (range 5-20%).
Per calcolare la quantità di sostanza grezza necessaria per ottenere il dosaggio desiderato si può fare riferimento alla seguente tabella:
Dose THC desiderata | Concentrazione di THC della sostanza grezza |
Quantita’ necessaria della sostanza grezza |
2 mg | 2% | 100 mg |
5% | 40 mg | |
10% | 20 mg | |
5 mg | 2% | 250 mg |
5% | 100 mg | |
10% | 50 mg | |
10 mg | 2% | 500 mg |
5% | 200 mg | |
10% | 100 mg | |
25 mg | 2% | 1,25 g |
5% | 500 mg | |
10% | 250 mg | |
50 mg | 2% | 2,5 g |
5% | 1 g | |
10% | 500 mg |
Va tenuto presente, lo ripetiamo, che i dosaggi della letteratura scientifica si riferiscono a quantità assunte per via orale.
Se il prodotto viene assunto per via inalatoria, nella determinazione del dosaggio si deve considerare che la combustione può distruggere sino al 40% del principio attivo laddove l’assunzione per vaporizzazione può invece consentire una più completa estrazione del principio attivo.
Rispondi