Hericium erinaceus contro Salmonella

Hericium erinaceus mushroom extracts protect infected mice against Salmonella Typhimurium-Induced liver damage and mortality by stimulation of innate immune cells. Kim SP, Moon E, Nam SH, Friedman M. Source Department of Molecular Science and Technology, Ajou University, Suwon, Republic of Korea.

Abstract The present study investigated the antibacterial effect of four extracts from the fruitbody of the edible medicinal mushroom Hericium erinaceus (hot water extract, HWE; microwave/50% ethanol extract, MWE; acid extract, ACE; and alkaline extract, AKE) against murine salmonellosis. The extracts had no effect on Salmonella ser. Typhimurium growth in culture. Nor were the extracts toxic to murine macrophage cells, RAW 264.7. HWE and MWE stimulated uptake of the bacteria into the macrophage cells as indicated by increased colony-forming unit (CFU) counts of the contents of the lysed macrophages infected with Salmonella Typhimurium for 30 and 60 min. Two hours postinfection, the bacterial counts increased in the macrophages, but 4 and 8 h postinfection the HWE- and MWE-treated cells showed greater activity against the bacteria than the control. HWE- and MWE-treated noninfected macrophages had altered morphology and elevated inducible nitric oxide (NO) synthase (iNOS) mRNA expression. In the presence of S. Typhimurium, iNOS mRNA expression was further increased, accompanied by an increase in NO production. Histology assays of the livers of mice infected with a sublethal dose (1 × 10(4) CFU) of S. Typhimurium showed that HWE and MWE, administered by daily intraperitoneal injection, protected against necrosis of the liver, a biomarker of in vivo salmonellosis. The lifespans of mice similarly infected with a lethal dose of S. Typhimurium (1 × 10(5) CFU) were significantly extended by HWE and MWE. β-Glucan, known to stimulate the immune system, was previously found to be present in high amounts in the active extracts. These results suggest that the mushroom extract activities against bacterial infection in mice occur through the activation of innate immune cells. PMID: 22624604 [PubMed – indexed for MEDLINE]

THE LEAKING GUT SYNDROME

THE LEAKING GUT SYNDROME (perdita di impermeabilità della mucosa intestinale)

Sommario • Richiami di anatomia intestinale • Introduzione • La necessità di una valida difesa intestinale • Una teoria sul come nascono le malattie autoimmuni • Altered Immunity = Leaky Gut Syndrome • Perché la “Leaky Gut Syndrome” merita tanta considerazione? • Leaky Gut Syndrome e sistema immunitario • La “Leaky Gut Syndrome” danneggia anche gli anticorpi • Quando il fegato non riesce a disintossicare il sangue… • La carenza di sali minerali • Il cattivo assorbimento dei micronutrienti • Cause della perdita di impermeabilità intestinale • Come guarire la “Leaky Gut Syndrome” • Non sono consigliabili le medicine sintetiche • L’Approccio olistico – Note del Progetto Caduceo • Glossario • Siti per approfondire • Bibliografia ________________________________________

Negli U.S.A. tale perdita di impermeabilità è conosciuta, studiata e fortemente sospettata di essere all’origine di varie patologie quali: malattia celiaca, infezione da Candida, malattia di Crohn, infestazione da Giarda, eczema atopico, problemi digestivi, fatica cronica, allergie alimentari, intolleranze alimentari, asma, mal di testa ed artrite. Prova ne sia che facendo una ricerca in www.google.it, con “leaking gut syndrome”, vengono dati circa 10.000 riferimenti. In Italia, invece, è pressoché sconosciuta. ________________________________________

Richiami di anatomia intestinale Per comprendere quanto esposto è bene conoscere la costituzione degli intestini di cui forniamo un breve cenno. Se analizziamo la parete intestinale, partendo dal lato che contatta i cibi digeriti (detto lume), troviamo 1. Mucosa. a sua volta suddivisa in: • Epitelio. È formato da cellule epiteliali a colonna, aventi villi sporgenti che assorbone le sostanze nutritive dagli alimenti in transito. Vi sono anche delle cellule che producono il muco intestinale. • Lamina propria. Questa lamina contiene molti Mastociti e le Placche di Peyer, ovvero degli aggregati diLinfociti B e Linfociti T che costituiscono l’elemento più importante del GALT (Gut Associated Lymhoid Tissue). Le placche di Peyer contattano gli antigeni degli alimenti in transito tramite cellule particolari, dette cellule M (membranose). I Linfociti B nelle Placche di Peyer secernono IgA e IgM per prevenire che virus e batteri aderiscano alla parete intestinale e riescano a penetrare negli strati più interni della mucosa. 2. Sottomucosa. Nella sottomucosa troviamo il tessuto connettivo, i vasi sanguigni e quelli linfatici. Vi sono deiMastociti e le ghiandole secernenti sostanze digestive. 3. Tonaca muscolare esterna e Tonaca sierosa. Introduzione Quando il sistema digerente funziona bene solo alcuni componenti, accuratamente selezionati, posso attraversare la mucosa dell’intestino ed entrare nel flusso sanguigno. Ma quando le condizioni non sono ottimali può verificarsi un’infiamamzione della mucosa intestinale, specialmente del colon e del retto, con conseguente diminuzione della sua impermeabilità. Accade infatti che alcune particelle estranee, dopo aver attraversato la mucosa intestinale, entrino nel flusso sanguigno provocando la reazione del Sistema Immunitario che le attacca generando una risposta immunitaria ed infiammatoria. Gli scienziati che hanno studiato questo fenomeno hanno riscontrato che tale disfunzione può causare anche alcune forme di artrite. Questa perdita di impermeabilità permette a tossine, batteri, funghi e parassiti, che in condizioni normali non potrebbero attraversare la mucosa intestinale, di superare la barriera protettiva ed entrare nel sangue. Se la quantità di queste sostanze anomale dovesse essere elevata, potrebbe persino superare la capacità detossificante del fegato creando varie sintomatologie, tra cui: confusione, perdita di memoria, mente annebbiata, sudore del volto quando la persona si trova esposta a profumi o fumo di sigarette. Tutti sintomi che non aveva mai avertito prima che subentrasse la “Leaky Gut Syndrome”. La necessità di una valida difesa intestinale Una valida difesa intestinale è necessaria per assicurare che gli antigeni alimentari non entrino in circolo, creando possibili presupposti per i fenomeni chiamati Allergie e Intolleranze alimentari. Tale difesa viene attuata da alcuni meccanismi di tipo: 1. non immunologico: flora intestinale, muco gastrointestinale, enzimi pancreatici e acidità gastrica. Questi meccanismi proteggono le pareti intestinali evitando che vengano assorbite delle macromolecole alimentari, prodotti batterici e sostanze tossiche. 2. immunologico: Anticorpi IgA, Cellule M e plasmacellule (prodotte dai Linfociti B della lamina propria. Quando le condizioni sono normali, solo pochi antigeni alimentari riescono superare la parete intestinale e vengono subito neutralizzati. Quando la quantità di questi antigeni è elevata, gli anticorpi IgA e le Cellule M si saturano, permettendo che altri antigeni attraversino la mucosa intestinale passando tra le giunzioni infracellulari. Parte di questiantigeni viene bloccata dagli anticorpi IgG e IgM; un’altra parte stimola la produzione di anticorpi IgE in situ, e ciò che resta entra nel sangue ed arriva nel fegato. A questo punto le cellule di Kuppfer del fegato, ovvero dei Macrofagi specializzati, cercano di neutralizzarli, ma se anche questa barriera viene superata, gli antigeni alimentari riescono ad entrare in circolo e possono raggiungere delle sedi distanti, quali la cute o la mucosa nasale e polmonare dove sono presenti numerosi Mastociti La reazione dei Mastociti provoca la liberazione di mediatori chimici, tra cui istamina, con scatenamento di una reazione allergica che può proporsi come: asma, orticaria, dermatite o rinite. Nei mediatori vi sono anche dei fattori chemiotattici che richiamano nella zona altri globuli bianchi (Eosinofili, Neutrofili e Basofili). Sono queste cellule, ultime arrivate, a provocare la reazione tardiva che spesso si può osservare nelle reazioni allergiche e che può avvenire dalle 4 ore dopo, fino al giorno seguente, dal momento in cui è stato riconosciuto l’antigene incriminato. Una teoria sul come nascono le malattie autoimmuni. Alcune cellule animali, spece quelle del maiale, sono assai simili a quelle del corpo umano. Se alcune di queste cellule non digerite riescono a superare la barriera creata dalla mucosa intestinale, possono, tramite la linfa, arrivare in qualche altra area del corpo. Qui giunte entrerebbe in azione il sistema immunitario che le considerebbe come un nemico penetrato dall’esterno e creerebbe degli anticorpi per eliminarle. Ma siccome le cellule considerate “nemiche” sono assai simili a quelle dell’area in cui sono state localizzate, vi è il rischio che gli anticorpi inizino a colpire anche quelle di quell’area, ovvero dello stesso corpo a cui appartiene, dando così origine ad una malattia cosidetta autoimmune. ALTERED IMMUNITY = LEAKY GUT SYNDROME Tradotto dall’articolo a cura di Zoltan P. Rona MD, MSc, posto sul sito: AFPA. A recognized leader in certification and continuing education for fitness professionals. www.afpafitness.com/articles/LEAKGUT4.HTM La “leaky gut syndrome” (letteralmente “sindrome da sgocciolamento intestinale”), è un disordine in cui la lesione organica di base risiede nella mucosa intestinale che è più porosa nel normale. Gli spazi tra le cellule sono diventati talmente ampi da permettere l’entrata di materiale tossico nella circolazione sanguigna mentre, in un intestino sano, tale materiale sarebbe relegato nell’intestino. In questa condizione anomala la membrana intestinale ha perso la sua impermeabilità e permette al grasso ed ai materiali di rifiuto, che non dovrebbero essere assorbiti (batteri, funghi, parassiti con le loro tossine, proteine non digerite), di entrare comunque nella circolazione sanguigna. Ciò può accadere in quantol’intestino è danneggiato, permeabile, poroso, ed incapace di trattenere i prodotti tossici che, letteralmente “sgocciolano fuori” ed entrano nel sangue. Quanto detto può essere verificata in laboratorio dove, mediante uno speciale test delle urine, si può verificare la condizione di impermeabilità intestinale. Tale condizione si può anche controllare con un esame della mucosa intestinale, utilizzando un microscopio a campo oscuro, atto a visualizzare il contenuto cellulare del sangue. Perché la “Leaky Gut Syndrome” merita tanta considerazione? Questa sindrome va seriamente considerata perché viene spesso correlata con l’origine delle malattie autoimmuni, pertanto, in vari casi, esse potranno guarire solo con la guarigione del rivestimento del tratto gastrointestinale. Qualunque altro trattamento non può risolvere il problema e serve soltanto a sopprimerne i sintomi. Una malattia autoimmune viene così definita perché il sistema immunitario crea degli anticorpi che vanno a colpire gli stessi tessuti del corpo cui appartiene. Tra le malattie che rientrano in questa categoria troviamo il lupus, l’alopecia, l’artrite reumatoide, la polimialgia reumatica, la SM (sclerosi a placche), la fibromialgia, la sindrome di affaticamento cronico, la sindrome di Sjogren, la vitiligine, la tiroidite, la vascolite, la malattia del Crohn, la colite ulcerosa, l’orticaria, il diabete e la malattia di Raynaud. Negli USA, la medicina riconosce ogni giorno di più l’importanza del tratto gastrointestinale nello sviluppo delle malattie allergiche o autoimmuni. La conoscenza del fenomeno, a causa del quale l’intestino ha perso la sua originaria impermeabilità, è di grande aiuto non solo per comprendere come si sviluppano le allergie e le malattie autoimmuni, ma anche nella formulazione di terapie sicuri ed efficaci, capaci di ritornare al corpo l’equilibrio perduto. Leaky Gut Syndrome e sistema immunitario A causa dello spazio ingrandito fra le cellule della parete intestinale, possono essere assorbite delle molecole di proteine più grandi del normale, dette “peptoni”, cioè dei raggruppamenti di aminoacidi prima vengano definitivamente scissi nei loro componenti. Queste proteine attivano i sistema immunitario che inizia a preparare gli anticorpi per combatterle perché le riconosce come qualcosa di estraneo che si prepara ad invadere l’organismo. Il sistema immunitario inizia perciò a dar loro battaglia pensando, giustamente, che debbano essere distrutte ed eliminate. Gli anticorpi così creati sono diretti contro queste proteine che derivano da alimenti normalmente non offensivi. Se, ad esempio, vengono assorbite delle proteine di vitello non completamente digerite ed esse, tramite la circolazione sanguigna, vanno a finire in un’articolazione, il sistema immunitario creerà in tale articolazione degli anticorpi per eliminarle. Siccome il sistema immunitario ricorda le caratteristiche dei nemici incontrati, se la persona dovesse mangiare della carne di vitello la reazione immunitaria sarebbe notevole, e darebbe luogo ad una serie di fenomeni, con la possibilità che si sviluppino anche delle malattie autoimmuni. Alcuni tessuti umani hanno degli antigeni molto simili a quelli che si trovano su alimenti, batteri, parassiti, Candida o funghi. Gli anticorpi generati dalla “leaking gut syndrome” contro questi antigeni, possono entrare nei vari tessuti organici, innescando una reazione infiammatoria quando viene assunto l’alimento corrispondente o incontrato quel dato microbo. In questa condizione vengono create degli auto-anticorpi che vanno a determinare la cronicità dell’infiammazione. Se questa infiammazione si localizza in un’articolazione si svilupperà l’artrite reumatoide (artrite autoimmune). Se si presenta nel cervello, può subentrare l’encefalomielite mialgica o sindrome di affaticamento cronico. Se colpisce i vasi sanguigni, ne consegue la vascolite (infiammazione dei vasi sanguigni). Se la battaglia condotta dagli anticorpi avviene sul rivestimento intestinale, il risultato potrà essere la colite o malattia del Crohn. Quando, invece, si presenta nei polmoni, può subentrerà un attacco di asma. Va notato che questo attacco avviene dopo qualche tempo dall’ingestione dell’alimento che, in precedenza, ha innescato per la prima volta la produzione degli anticorpi. Da quanto esposto risulta facile comprendere come, in pratica, tutto i tessuti organici possono essere sede di allergie alimentari dovute alle cattive condizioni dell’intestino. I sintomi, ed in particolare quelli relativi alla sindrome di affaticamento cronico, possono essere multipli ed altamente debilitanti. La “Leaky Gut Syndrome” danneggia anche gli anticorpi L’infiammazione che causa la “leaky gut syndrome”, danneggia anche il rivestimento protettivo degli anticorpi della famiglia IgA, normalmente presenti in un intestino sano. Siccome gli IgA aiutano l’organismo ad evitare le infezioni, una cattiva condizione intestinale lo renderà anche meno resistente ai virus, ai batteri, ai parassiti e all’infezione da Candida. A causa di tale condizione anomala questi agenti patogeni possono entrare nella circolazione sanguigna ed andare a localizzarsi in quasi tutti i tessuti dell’organismo. Se si localizzano nelle gengive subentra un problema peridentale. Se, invece, vanno a colonizzare nella mascella, potrebbe essere necessario estrarre un dente o fare una pulizia canalare al fine di eliminare l’infezione risultante. Quando il fegato non riesce a disintossicare il sangue… Come abbiamo visto questa problematica può, oltre a creare delle allergie alimentare, consentire a batteri, funghi e parassiti, di invadere la circolazione sanguigna, cosa impossibile quando l’intestino è in buone condizioni di salute. Se la quantità di questi microbi, e le loro tossine, supera un certo livello le stesse capacità disintossicanti del fegato vengono sopraffatte. Ciò provoca una sintomatologia piuttosto varia che comprende: confusione mentale, perdita di memoria, cervello annebbiato, gonfiore del volto quando il soggetto viene esposto ad un profumo o al fumo di sigaretta. Va sottolineato che, in tali situazioni, egli non aveva alcuna reazione prima che si sviluppasse in lui la “leaky gut syndrome”. La carenza di sali minerali Questa disfunzione genera anche un lungo elenco di carenze relative ai minerali, perché le varie proteine, presenti nel tratto gastrointestinale per trasportare (mediante il sangue), i vari minerali prelevati nell’intestino in tutto l’organismo, sono danneggiate dalla condizione di infiammazione. Per esempio, la mancanza del magnesio (basso livello di magnesio nei globuli rossi), è una condizione abbastanza comune in patologie come la fibromialgia, anche se il soggetto ne assume più del necessario, seguendo una dieta opportuna e assumendo eventuali supplementi alimentari. Se, ad esempio, la proteina portante del magnesio è danneggiata, subentrerà una carenza di questo minerale dovuta al suo cattivo assorbimento. Ciò, a sua volta, potrà causare dolori e spasmi muscolari. Similmente, la mancanza di zinco, dovuta al cattivo assorbimento, può provocare la perdita di capelli o le calvizie come accade nei casi di alopecia. Nello stesso modo si può creare una carenza di rame che può causare alti livelli di colesterolo nel sangue oppure generare un’osteoartrite. Quando è presente una cattivo assorbimento del calcio, del boro, del silicone e del manganese, si possono più facilmente vari problemi alla struttura delle ossa. Il cattivo assorbimento dei micronutrienti La “leaky gut syndrome” può anche causare un cattivo assorbimento di molti importanti micro-nutrienti. Il processo infiammatorio in atto causa infatti un rigonfiamento (edema) tissutale che, associato alla presenza di molti prodotti chimici nocivi, può rendere difficoltoso l’assorbimento delle vitamine e degli amminoacidi essenziali. Un intestino incapace di trattenere ciò che può essere dannoso non è neppure in grado di assorbire correttamente le sostanze nutrienti. Tutto ciò crea i presupposti per rigonfiamenti, gas e spasmi associati ad un lungo elenco di carenze minerali e vitaminiche. Questa condizione può portare ad una sintomatologia assai varia, che comprende l’affaticamento, il mal di testa, la perdita di memoria, irritabilità e/o mancanza di concentrazione. Gli antibiotici a largo spettro, specialmente quando assunti per lunghi periodi di tempo, eliminano dall’intestino i batteri amici che assicurano la protezione contro i funghi e le infezioni da parassiti, aiutano il corpo a digerire gli alimenti complessi e sintetizzano le vitamine come la B12 e la Biotina. A causa dell’eliminazione di questa flora batterica amica il corpo non riesce più difendersi contro i parassiti o i funghi la cui crescita è normalmente tenuta sotto controllo. Ciò causa l’insorgere di reazione infiammatoria che conduce ad un’ulteriore perdita di impermeabilità della mucosa intestinale. Questa condizione causa l’insorgere di allergie alimentari che, a loro volta, conducono allo sviluppo di patologia come l’artrite, l’eczema, l’emicrania, l’asma o altre forme di disfunzioni immunitarie. Altri sintomi comuni di questo squilibrio intestinale sono il gonfiore dopo i pasti e la stitichezza alternata con diarrea. Questo tipo di sintomatologia viene solitamente identificato come IBS (“irritable bowel syndrome”, ovvero “sindrome da intestino irritabile”) o malattia spastica viscerale, ed è trattata in modo sintomatico dai medici generici e dai gastroenterologi con farmaci antispasmodici, tranquillizzanti o vari tipi di fibre solubili (plantago psyllium) o insolubili (crusca). Cause della perdita di impermeabilità intestinale Tra le sostanze che deteriorano la membrana intestinale troviamo in prima posizione l’alcool la caffeina ed i medicinali anti-infiammatori non steroidei (ASA, Ibuprofen, Indomethacin), vengono subito dopo i parassiti intestinali, non stupitevi!, molte persone ne soffrono ed il medico non li riscontra perché gli esami delle feci non vengono fatti subito dopo l’evacuazione. Altre condizioni possono essere: • Antibiotici, perché conducono alla crescita eccessiva della flora intestinale anomala (batteri, parassiti, Candida e funghi). • Alimenti e bevande contaminati da parassiti, tra cui: Giardia lamblia, Cryptosporidium parvum, Blastocystis hominis ed altri • Gli alimenti e le bevande contaminati dai batteri quali l’helicobacter pylori, klebsiella, Edwardsiella-Citrobacter e pseduomonas. • I prodotti chimici presenti negli alimenti fermentati o industriali (coloranti, preservanti, grassi idrogenati). • Carenza enzimatica (esempi: malattia celiaca e mancanza della lattasi che causa intolleranza al lattosio). • Uso di corticosteroidi (per esempio Prednisone). • Cibi contenenti carboidrati raffinati (merendine, torte, biscotti, torta, bibite analcoliche, pane bianco, ecc.). • Uso di ormoni (pillola anticoncezionale, ecc.). • Funghi mold (mold fungi), che possono trovarsi nei cereali, nella frutta e nei carboidrati raffinati. Come guarire la “Leaky Gut Syndrome” I trattamenti con i corticosteroidi, gli antibiotici ed i farmaci immuno-soppressori possono essere dei temporanei salva-vita nei casi di dolore insopportabile, emorragie o infiammazioni acute come accade nel lupus o nella colite. Comunque, anche se usato per lungo tempo, nessuno di questi trattamenti può essere ritenuto valido per guarire la IBS o sindrome dei visceri irritabili. Per guarire questa malattia, e la conseguente perdita di impermeabilità intestinale, è necessario rivedere completamente la dieta e rimpiazzarla con una che sia massimamente ipoallergica. Dovranno essere eliminati per un lungo periodo di tempo (parecchi anni nei casi più severi): lo zucchero, i prodotti con la farina bianca, tutti i cereali contenenti glutine (particolarmente frumento, orzo, avena e segale), il latte e i latticini, gli alimenti ad alta percentuale di grassi, i prodotti contenenti caffeina, l’alcool e gli alimenti che i test opportuno hanno definito come portatori di allergia per quel dato soggetto. Il trattamento può anche includere l’uso di antibiotici naturali (echinacea, argento colloidale, aglio); antiparassitari (chiodi di garofano, assenzio, noce nera) ed erbe per combattere la proliferazione dei funghi intestinali (taheebo, acido caprilico, estratto del seme del pompelmo), il tutto scelto in funzione al tipo di infezione che è stato riscontrato facendo i test opportuni. Non sono consigliabili le medicine sintetiche È raro che i soggetti colpiti richiedano medicine di sintesi e le stesse non dovrebbero essere consigliate. Tali farmaci sono solitamente costosi, hanno effetti secondari sgradevoli ed il più delle volte sono indicate solo nei casi in cui vi è il pericolo di perdere la vita. I pazienti possono trovare aiuto in una masticazione più completa, nell’uso del monopiatto (imparando le regole per la combinazione degli alimenti in uno stesso pasto), nel fare pasti piccoli e frequenti piuttosto che i tre abbondanti pasti principali ed anche dedicando più tempo al periodo speso nell’assumere i cibi. La funzione gastrointestinale può essere migliorata con un digiuno a base di succhi di frutta fresca oppure con una dieta ipoallergica, entrambi accompagnati dall’assunzione di fermenti lattici così come da FOS (frutto-oligo saccaridi) derivati dal topinambur, dalla cicoria, dalla pianta della dalia o dalla radice del burdock. L’Approccio olistico – Note del Progetto Caduceo Noi pensiamo che la prima azione da farsi sia quella di pulire l’intestino in modo radicale, a tal proposito si potrebbero fare una serie (4-5) sedute di Idrocolonterapia oppure fare una cura completa di Colonix. In seguito è necessario rivedere l’alimentazione, seguire a tal proposito le Direttive alimentari. Glossario Agenti patogeni. Sono organismi unicellulari, invisibili ad occhio nudo, capaci di danneggiare il nostro organismo. Si suddividono in: batteri, virus e funghi (o miceti). Allergene. Dicesi di qualcosa (generalmente una cellula) che possiede un Antigene (vedi sotto) che il corpo riconosce come pericoloso per la sua integrità. In altre parole è una sostanza capace di scatenare una reazione allergica. Tra gli allergeni si trovano: polline, polvere, insetti o animali e i peli di animali. Anafilassi. Si chiama così una malattia allergica, grave ed acuta, che si manifesta poco tempo dopo (secondi o minuti) che una persona già sensibilizzata ha contattato l’allergene. Pertanto non si manifesta mai mai al primo contatto con la sosotanza incriminata. Antigene. Sono delle molecole molto grandi (macromolecole) che il corpo riconosce come nemici per la sua salute. Molti antigeni sono proteine estranee, alcuni, comunque, sono polisaccaridi o acidi nucleici. Pertanto esistono antigeni di microbi e antigeni ambientali (pollini, latte vaccino, penicillina, ecc.). Anticorpi. Detti anche Immonuglobuline, sono proteine plasmatiche prodotte dal Sistema Immunitario per proteggere il corpo mediante l’Immunità mediata da anticorpi, detta anche “immunità umorale” perché si sviluppa nel sangue. Servono a riconoscere e combattere gli eventuali “nemici” (es. per virus, batteri) tramite i loro antigeni (vedi sopra). Possono uccidere il nemico direttamente o fare in modo che i Macrofagi li possano inglobare. Fanno parte del gruppo degli anticorpi o immunoglobuline le: IgM, IgA, IgD, IgE. Le IgG, sono le più abbondati (75%), ed anche quelle che rispondono subito dopo il contatto delle IgM con l’antigene nemico. Le IgE sono considerate come uno degli agenti principali capaci di scatenare le allergie. Cellula. È la parte più piccola del nostro corpo. È costituita da un nucleo centrale circondato dal citoplasma, il tutto è protetto dalla membrana cellulare. Nell’uovo, che è una grande cellula, il citoplasma è rappresentato dall’albume, il nucelo dal tuorlo e la membrana cellulare dal guscio. Cellule tumorali. Cellule che si moltiplicano in modo anomalo, senza neppure giungere alla completa maturità. Complesso antigene-anticorpo. Dicesi del legame di un anticorpo con un antigene. Lo scopo di tale lagame è quello di distruggere l’antigene o di attaccarlo ad un Fagocito o ad una Cellula T (Cellula citotossica) che provvederanno a distruggerlo. Fagociti. Sono i globuli bianchi con capacità fagocitarie. Tra essi troviamo: Eosinofoli, Neutrofili e Monociti. Vanno anche nominati i Macrofagi, che sono dei Monociti aggresciuti con notevoli capacità fagocitarie. Va ricordato che i Macrofagi vengono chiamati con nomi diversi in relazione al tessuto dove sono localizzati. Fagocitosi. Capacità di alcuni globuli bianchi del sangue, che permette loro di inglobare e digerire alcune particelle anomale all’organismo. Tra essi troviamo: Eosinofoli, Neutrofili e Monociti (Macrofagi). Questi ultimi prendono un nome diverso a secondo del tessuto dove sono localizzati. Fattori chemiotattici. Sostanze in grado di promuovere la Chemiotassi (vedi). Immunità. Condizione per cui si è refrattari ad un morbo, a un veleno o altri agenti dannosi. L’immunità viene distinta in naturale e acquisita. Quella acquisita, essendo spesso comune a tutti i soggetti di una stessa specie, è permanente. Immunoglobuline. Vedi “Anticorpi”. Immunologia. Parte della medicina che studia i fenomeni dell’immunità, i meccanismi e le condizioni della loro comparsa e le direttive di ordine profilattico e terapeutico che se ne possono trarre. Insulina. È uno dei molti ormoni. Aiuta a trasformare il cibo che assumiamo in energia. Ci aiuta anche a farne una riserva da usarsi quando ne abbiamo bisogno. Tra un pasto e l’altro essa aiuta nell’utilizzo degli zuccheri e dei grassi che abbiamo accumulato. Istamina. Sostanza chimica in grado di causare vasodilatazione, edema (gonfiore), broncospasmo (asma bronchiale), iperperistalsi intestinale (vomito e diarrea). Nei casi più gravi può causare il crollo della pressione e collasso (shock anafilattico). Il suo compito è quello di far dilatare i vasi sanguigni in modo che i globuli bianchi, preposti alla difesa, possano uscire dai vasi sanguigni ed iniziare la battaglia contro i nemici. Leucociti. Nome generico per indicare i globuli bianchi del sangue. Se hanno dei granuli nel citoplasma prendono il nome di Granulociti, ne fanno parte Neutrofili, Basofili ed Eosonofili. Se non hanno i granuli si chiamano Agranuliciti, ne fanno parte Linfociti, Monociti e Macrofagi. Linfociti B. Globuli bianchi del sange che, nel sistema immunitario, provvedono ad eliminare le cellule anomale (batteri, ecc.) che sono penetrate dall’esterno. Linfociti T. Globuli bianchi del sange che, nel sistema immunitario, provvedono ad eliminare le cellule del corpo che sono tumorali o infettate da virus. Linfonodi. Sono un rigonfiamento dei vasi linfatici dove si trovano molti linfociti T. Macrofagi. Sono dei globuli bianchi di tipo Monocito, che sono cresciuti in grandezza ed hanno acquisito notevoli capacità fagocitarie, da cui il nome che significa “grandi mangiatori”. Va ricordato che i Macrofagi vengono chiamati con nomi diversi in relazione al tessuto dove sono localizzati (ad es.Cellule di Langerhans sulla pelle, macrofagi nei nodi linfatici, Cellule di Kupfer nel fegato, ecc.). MALT (Mucose Associated Lymphoid Tissue). È un sistema di aggregati linfoidi organizzati come noduli linfatici. Sono localizzati lungo la mucosa del canale alimentare (Placche di Peyer, appendice ileo-cecale), delle vie respiratorie e genitourinarie e nella ghiandola mammaria in allattamento. Mast cell. Vedi Mastociti. Mastociti o Mastcellule. Cellule di difesa, disseminate nelle aree dove il nostro corpo contatta il mondo esterno. Se incontrano un “nemico” rilasciano istamina ed altre sostanze per richiamare le cellule del sistema immunitario (macrofagi, ecc.). Mediatori chimici. Sostanze (istamina, chinine, prostglandine), che possono: 1. creare infiammazione; 2. aumentare il flusso del sangue nella zona dove è presente un pericolo; 3. richiamare i globuli bianchi del sangue capaci di uccidere i nemici ed inglobare ciò che rimane della battaglia. Monociti. Rappresentano circa il 3-8% dei globuli bianchi. Sono mobili, possono uscire dai vasi sanguigni ed entrare nei tessuti per inglobare cellule, batteri, detriti cellulari e cellule cancerognene o infettate da virus. Talvolta i Monociti crescono in grandezza e diventano Macrofagi. Plasma cellule. Rappresentano la tappa finale della maturazione dei linfociti B. Sensibilizzata. Dicesi di una persona che ha contattato un allergene ed il suo sistema immunitario ha creato glianticorpi per combatterlo. Quindi ne ricorda le caratteristiche, ed è pronto a scatenare una battaglia se lo incontra di nuovo. Sistemico. Che può interessare diversi sistemi del corpo. Tessuto connettivo o Matrice. Il tessuto che costituisce e sostiene le cellule vere e proprie dei vari organi. Tumore. Crescita anomala di tessuto. Virus. Entità microscopica parassita di una cellula.

Caseina e alterata permeabilità intestinale

CASEINA E ALTERATA PERMEABILITÀ INTESTINALE

La caseina rappresenta l’ottanta per cento delle proteine del latte di mucca. Sostanza collosa, la caseina è ciò che mantiene l’etichetta affissa ad una bottiglia di birra. Se siete bevitori di birra, provate a togliere via l’etichetta questo fine settimana al pub. Non sarà un compito facile e nel contempo imparerete qualcosa sulla qualità della caseina bovina! La caseina è anche usata per attaccare pezzi di legno dei vostri mobili o finestre. L’industria alimentare, che usa la caseina nei cibi congelati, prodotti per microonde e prodotti elaborati, ha capito da tempo che questa colla mantiene insieme gli alimenti, dando loro una consistenza più stabile e concreta. Il latte materno umano contiene caseina? 40 milligrammi in un litro. Cioè in un litro di latte umano c’è 1 grammo di proteine, e di queste il 4% è caseina. Il latte bovino contiene il 400% in più di proteine rispetto a quello umano, e la caseina in questo caso è la proteina più abbondante (l’80%). Dunque il latte materno umano non è la stessa cosa di quello bovino. Non solo ha una quantità di proteine molto inferiore a quello di mucca (vedi a pag. xx), ma ha proteine completamente diverse da quelle bovine. In effetti, mentre il latte umano forma nell’intestino piccole masse soffici e fioccose che risultano di facile digestione, il latte bovino forma cagli grossi, grandi e spessi che l’organismo ha difficoltà a digerire. È questo uno dei motivi per cui Antony Robbins scrive: “Per ottenere il meglio di sè non mangiare latticini”. Egli spiega: “Qual è l’effetto principale che il latte ha sull’organismo? Il latte ingerito diviene una massa mucillaginosa che si indurisce, aderendo a qualsiasi altra sostanza si trovi nel tenue, rendendo assai più difficile il funzionamento dell’organismo. E il formaggio? Non è che latte concentrato. Tenete presente che per produrre un chilo di formaggio occorrono da 4 a 5 litri di latte. Il latte produce muco! “I residui della decomposizione batterica della caseina producono muco spesso e filamentoso che si attacca alle mucose ostruendone i condotti. Mangiate caseina, in seguito a ciò vengono prodotte istamine, e quindi c’è formazione di muco. Il muco congestiona gli organi interni del corpo. In media la persona che consuma latticini vive con la sua vita con 4-5 litri di muco che intasano i reni, la milza, il pancreas, l’albero tracheale-bronchiale, i polmoni, il timo, etc… Immaginate di non consumare formaggio o altri derivati del latte per 6 giorni. Un nebbia interna inizierà a sollevarsi dal vostro corpo man mano che il muco se ne va. Ma prendete solo una fetta di pizza al settimo giorno e 12- 15 ore dopo il muco ritornerà ad appesantirvi” [Cohen R., “Milk, A-Z”, Argus Publishing, ISBN: 0-9659196-8-4, 1999.]. Uhlig [1997] monitorò l’attività elettrica cerebrale in bambini con sindrome di deficit attentivo ed iperattività. Egli dimostrò per la prima volta una correlazione tra attività elettrica cerebrale ed assunzione di caseina, la cui sospensione dalla dieta faceva scomparire anche i sintomi mentali e comportamentali. Lucarelli [1995] segnala il ruolo dei peptidi derivanti da caseina nella produzione di effetti tossici sulla neurotrasmissione del sistema nervoso centrale. Studi su animali di laboratorio hanno dimostrato che, subito dopo aver trattato cavie con elevati livelli di frammenti di caseina (caseomorfina), gli animali diventavano agitati e correvano violentemente, con un battere di denti e una respirazione accelerata. Qualche momento dopo la cavia diventava inattiva, si muoveva di meno, e infine si sedeva in un angolo della gabbia ponendo la propria testa contro le sbarre. I ricercatori, che successivamente andavano a esaminare i tessuti di cervello, scoprivano che la caseomorfina si trovava in 32 diverse aree del cervello, incluse le sezioni responsabili per la vista, l’udito e la comunicazione [Panksepp 1979, Sandyk 1986, Sahley & Gillman 1986, Ozonoff, 1994]. Montinari [2002], descrive gli effetti e le interferenze della caseina in maniera ancora più precisa e dettagliata, e li inserisce nel contesto di un “network citochinico neuron-glio- linfocitario”. Con questa espressione il prof. Montinari intende dire che l’azione diretta del frammento caseomorfina (e altri rimasugli mal smantellati di proteine del latte) è stata ben documentata sia sul sistema endocrino, sia sul sistema nervoso, sia in casi di ìmmunosoppressione. Rimando il lettore al testo del professore di Bari per la trattazione scientifica completa (che cade al di fuori dei tempi e spazi di questo libro). In sommario, la caseomorfina e il consumo di latticini provocano interferenze multiple, una tempesta di “contatti” che smette solo con la sospensione del latte. Molti ricercatori cercano farmaci efficaci per guarire la permeabilità intestinale. Per sperimentarne, questi ricercatori hanno bisogno di avere animali di laboratorio con permeabilità intestinale; come fanno per produrne? Essi usano una prolungata alimentazione con latte di mucca per creare cavie con standardizzata permeabilità intestinale!! [Theodorou 1994]. I quattro stomaci dei vitelli sono molto più adatti dell’organismo umano a smantellare la caseina e le proteine bovine in amminoacidi. L’apparato digestivo umano non riesce a fare lo stesso e ciò si traduce nella formazione di ingombranti prodotti di scarto. È come se ad un motore venisse fornito il carburante sbagliato: in tal caso il motore, in alcune sue parti, si deteriora. Questa è la stessa cosa che la letteratura medica documenta come conseguenza dell’impossibilità di smantellare la caseina: un deterioramento a carico della mucosa intestinale. Gli studi che dimostrano che l’ingestione di latticini provocano un aumento della permeabilità intestinale sono presentati a pag. xx. La capacità di creare un ambiente digestivo efficiente diminuisce con l’età: parliamo del fatto che l’acido cloridrico necessario alla digestione, oltre i 60 anni, viene prodotto nello stomaco solo per il 20%; parliamo della rennina, enzima necessario per smantellare la caseina, che scompare dall’organismo dell’adulto per una programmazione genetica simile a quella della lattasi negli intolleranti al lattosio; infine parliamo degli enzimi pancreatici della digestione e degli ormoni della digestione, anch’essi possono subire un ridimensionamento. E quando tutto ciò avviene, la priorità è certamente evitare la caseina, una proteina molto più difficile da gestire e smantellare di qualunque altra sostanza che troviate come cibo. Ricapitolando, non solo noi non abbiamo il motore adatto come la mucca e i suoi 4 stomaci, ma deviazioni dal funzionamento metabolico ideale avvengono nel corso della vita ed alcuni di noi diventano più intolleranti di altri. AUTOIMMUNITÀ In una situazione di permeabilità intestinale (infiammazione della mucosa) si raggiunge quello stadio dove ciò che è nell’intestino, infezioni, lieviti, tossine batteriche, sostanze tossiche, raggiunge anche il sangue e quindi il cervello e tutte le cellule. È stato dimostrato dalla recente letteratura medica che questa situazione di alterata permeabilità intestinale è una tappa obbligata verso le patologie autoimmuni, e dunque, volendole evitare o guarire, bisogna sospendere il consumo di prodotti caseari. Una barriera intestinale sana costituisce una barriera invalicabile per ciò che staziona o transita nell’intestino. In una situazione normale, gli elementi vitali, opportunamente smantellati nel tratto gastrointestinale vengono assorbiti e portati nel sangue a partire dai villi intestinali. Macromolecole o altro passano attraverso la mucosa sana solo in misura di uno su un milione, come saggio per il sistema immunitario (meccanismo pinocitotico). In individui sani, la mucosa processa antigeni modificando la maggior parte delle loro proprietà antigeniche, rendendoli perciò parzialmente inerti all’immunità sistemica [Pong 1990], mentre la presentazione anomala dell’antigene attraverso una barriera epiteliale danneggiata/ permeabile è un evento che avviene prima che un processo autoimmune inizi a svilupparsi. È noto, in modelli sperimentali di morbo di Chron basati su cavie, che l’antigene deve attraversare una barriera epiteliale danneggiata. Questo può essere ottenuto distruggendo cellule epiteliali “per permettere all’antigene di penetrare il sistema immunitario della mucosa” [Morris 1989]. “In qualsiasi caso in cui si vuole creare autoimmunità in cavie, bisogna causare una permeabilità intestinale alterata” [Fargeas 1995]. A conferma di ciò che abbiamo detto, ricordiamo che uno stato alterato della permeabilità intestinale è una condizione che si presenta puntuale addirittura un mese prima della deficienza pancreatica acuta che precede il diabete. La permeabilità intestinale viene prima, poi viene l’autoimmunità; questo processo è spiegato e documentato in dettaglio nel capitolo 5, alla voce “Patologie autoimmuni”. Oltre che il diabete, ciò caratterizza in modo definitivo anche artrite reumatoide, Sjogren, spondilite anchilosante, morbo di Behcet, vasculiti autoimmuni, tiroidite, morbo di Chron, lupus, sclerosi multipla. Questi studi sono riportati nel dettaglio a pag. xx, in “Patologie autoimmuni”. Un’ampia letteratura medica mostra che su questo tipo di pazienti viene riscontrata sempre un’alterata permeabilità intestinale, sempre maggiore confrontata con i gruppi di controllo sani. “Tutti i sub-tipi di condizioni artritiche croniche giovanili che abbiamo studiato hanno rivelato una aumentata permeabilità intestinale. Ciò, nella maggior parte dei casi, non era associato con nessun sintomo gastrointestinale” [Picco 2000]. Tutto ciò è tanto comune: pazienti con artropatie, lupus ed altre condizioni sistemiche ed autoimmuni continuano a consumare derivati del latte, cosa che aumenta la loro permeabilità intestinale, senza apparenti problemi a seguito di tale ingestione. “I nostri dati finali suggeriscono che fattori esogeni che causino l’infiammazione dell’intestino portano a disturbata permeabilità delle pareti dell’intestino e immunosoppressione locale, permettendo agli antigeni di iniziare meccanismi immunologici e reazioni che inducono l’infiammazione del legamento e del tendine. I sintomi a carico del legamento sono l’unica manifestazione clinica di questa condizione di permeabilità intestinale”, conclude il ricercatore [Mielants 1988]. Secondo Scarpa [2000], pazienti con psoriasi senza sintomi gastrointestinali possono non mostrare a livello macroscopico una anomala mucosa intestinale, sebbene ognuno di loro mostri alterazioni microscopiche nella biopsia della mucosa stessa. Un’ultima cosa. Nelle autoimmunità dobbiamo ben guardarci anche dalle infezioni intestinali croniche. Abbiamo visto che i latticini non digeriti irritano costantemente l’intestino. Il consumo di latte contribuisce ad alterazioni morfologiche nella mucosa intestinale sia in bambini che in adulti [Go 1994], e questi cambiamenti, è stato dimostrato, aumentano la permeabilità intestinale a batteri e virus [Duffy 2000]. E quello dei virus attivi latenti è il fattore più comune, insieme a metalli pesanti e antigeni di origine alimentare, nell’attivazione dell’autoimmunità. Virus latenti trovano un’accoglienza confortevole in una mucosa permeabile e la loro eventuale attività, con produzione di materiale tossico e passaggio nella cellula, aggiunge danno ad essa. Go [1994] ricorda che il passaggio batterico è raramente visto in animali allattati al seno, contrariamente ad animali alimentati con formulazioni di latte bovino per neonati. Ciò è dovuto al fatto che le cellule epiteliali delle cavie alimentate con latte bovino, diversamente dalle membrane intestinali di cavie allattate dalla loro madre, entrambe apparentemente normali, erano si sane, ma “vacuolate”. I villi intestinali di animali alimentati con formulazioni di latte bovino erano meno densamente compattati rispetto a quelli degli animali allattati dalla loro madre. L’adesione batterica, la penetrazione e il passaggio attraverso la mucosa erano osservati solo nelle membrane di animali alimentati con formulazioni di latte bovino. Secondo Cummings [1991], le formulazioni sintetiche di latte bovino portano ad un aumento di ricambio cellulare (“shedding”) delle cellule epiteliali. Può essere concluso che uno svezzamento precoce con alimentazione artificiale a base di latte bovino contribuisce ad infezioni nell’infanzia, e a numerose allergie e malattie autoimmuni. Il consumo di prodotti caseari produce un’alterata permeabilità intestinale anche in adulti, come è dimostrato nel dettaglio da studi riportati a pag. xx MALASSORBIMENTO Le pareti dell’intestino non solo dovrebbero tenere fuori ciò che è dannoso al corpo, queste dovrebbero anche assimilare i micronutrienti che il corpo necessita attraverso una corretta funzione dei villi intestinali. Se l’intestino perde questa capacità, si parla di “malassorbimento”. Noi consumiamo latte, che contiene molto calcio, ma poi il processo di assimilazione stesso dei micronutrienti è reso difficile a causa dell’effetto della caseina sui villi e l’istologia della mucosa. In questi casi si verifica un aumentato assorbimento di ossalato da cibo. Hesse [1995] riporta che più grave è la situazione di permeabilità/ alterazione morfologica, più importante diventa il fattore di rischio nella cristallizzazione dell’ossalato di calcio nei reni. La correlazione tra casi di malassorbimento e insorgenza di calcoli renali è documentata anche da Bohles [1982], Abdullah [1992], Johnes [1987], Bennet [1987]. Del resto, la forma estrema e più grave che può assumere il malassorbimento è la completa atrofia dei villi intestinale, condizione che è associata con una straordinaria moltitudine di possibili sintomi. Una volta eliminato l’agente che scatena l’atrofia dei villi, cioè il latte (o, nella celiachia, il glutine), viene riportata la scomparsa non solo degli anticorpi specifici nel sangue ma, con la normalizzazione della morfologia della mucosa intestinale, si arrestano gli attacchi epilettici, le calcificazioni, le anomalie cardiovascolari, l’anemia, aborti spontanei, ciclo irregolare, scompaiono autoanticorpi relativi a tiroide, pancreas, artriti reumatoidi, etc. Per questo motivo anemia, ma anche cattiva assimilazione degli elementi nutritivi e dei minerali, perdita di peso, deficienza nella crescita, feci untuose, perdita di proteine a livello gastrointestinale e emorragie evidenti o più frequentemente nascoste, tutti questi sono ben documentati effetti del consumo di latte di mucca. Il malassorbimento può essere dimostrato da specifiche prove di funzionalità intestinale, mentre un reperto biochimico alquanto indicativo è “l’aumento notevole dei livelli plasmatici di fosfatasi alcalina, a causa della presenza del suo isoenzima intestinale” [Montinari 2002]. per le fonti bibliografiche… Latte di mucca e aumento di permeabilità intestinale, una bibliografia Le 24 pubblicazioni scientifiche cui si fa riferimento sopra, che dimostrano una correlazione tra consumo di latte di mucca e aumento di permeabilità intestinale, vengono elencate a fine libro, vedere nel capitolo 5, “Malattie e latte di mucca, una guida alfabetica A-Z”, alla voce “Mucosa intestinale”. Caseomorfina e tempesta immuno- neuro- endocrina, una bibliografia Le 38 pubblicazioni scientifiche cui si fa riferimento sopra, che dimostrano gli effetti dannosi della caseomorfina derivante da una progressiva incapacità biologica in alcuni organismi, vengono elencate nel capitolo 5, “Malattie e latte di mucca, una guida alfabetica A-Z”, alla voce “Disturbi comportamentali da caseomorfina”. Le implicazioni sono, tra le altre cose, per schizofrenia, sindrome di deficit attentivo e iper-attività, autismo).

 

Consumo di latte e sclerosi multipla, una bibliografia Malosse, D., Perron, H. and Seigneurin, J.M., 1992

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Hericium erinaceus stimola la produzione di NGF ( Neuronal Growth Factor ) contro la Sclerosi multipla

Hericium erinaceus

Nel seguente Articolo pubblicato sul Journal Health Science del 2010 da un equipe giapponese dell’università di Fukuoka dal titolo” Neuroprotective Effect Of Repeated treatment with Hericium erinaceum in Mice Subjected to Middle Celebral Artery Occlusion ” si è evidenziato una produzione di NGF sufficiente e protettiva nei confronti di un’ischemia celebrale indotta nei topi dalla legatura dell’arteria cerebrale media. Bastano appena 14 giorni di somministrazione di Hericium e le performance del campione oggetto di studio vs controllo fossero nettamente migliorate. Questo articolo rappresenta un passo importante nello studio dei metaboliti di funghi, e l’evidenza che l’Hericium possa stimolare un’importante produzione di NGF ( quello della compianta Rita Levi Montalcini) , significa un’arma naturale in più  contro la Sclerosi Multipla sia per la stimolazione di processi di mielinizzazione  con effetti neuroprotettivi  sia sopprimendo processi infiammatori immunomediati che cambiano la risposta immunitaria verso un’azione antinfiammatoria e immunodeprimente TH2.

Buona Lettura

Dott. Maurizio Bagnato MD Ph

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Hericium erinaceus, NGF e SM

Le Hericium erinaceus: des propriétés essentiellement dépendantes du neuronal
growth factor


B. Donatini
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Résumé
Le Hericium erinaceus (HE) induit la synthèse de neuronal growth factor (NGF), impliqué dans les maladies
neurodégénératives comme la maladie d’Alzheimer ou plus généralement dans les troubles trophiques
(estomac, intestin, foie) ou les cicatrisations (peau, cartilage, os). Le HE stimule aussi les voies TH1 et TH2
(antiparasitaire puissant), ce qui le positionne parmi les aliments potentiellement utiles contre les maladies
auto-immunes IL17-dépendantes. L’effet du NGF dépend de la vitamine D.
Abstract
Hericium erinaceus induces the synthesis of neuronal growth factor (NGF), implicated in neuro-degenerative
diseases such as Alzheimer dementia or more generally in atrophic diseases (stomac, intestinal mucosa, liver) or
fibroblasts, chondrocytes or osteoblasts stimulation. HE also stimulates immunity, especially TH1 and TH2
pathways which enables this mycelia to be considered as a good candidate in auto-immune diseases therapy.
The efficacy of NGF relies on an adequate titration of vitamin D.
Hericium erinaceus
(from Medicinal Mushrooms – A Clinical Guide by Martin Powell)
Japanese Name – Yamabushitake
Chinese Name – Hou Tou Gu (Monkey Head Mushroom)
English Name – Lion’s Mane Mushroom / Hedgehog Mushroom
This delicious mushroom has been referred to as ‘Nature’s Nutrient for the Neurons’ on account of its ability to
stimulate the production of nerve growth factor (NGF)1,2.
NGF plays an essential role in the differentiation and survival of several nerve cell populations in the central
and peripheral nervous system and lower than normal levels of NGF have been shown to be linked to early
stages of both alzheimers disease and dementia3-8.
Although therapeutic interest has largely focusssed on its importance for neurological function, NGF has a
much wider role in maintaining homoeostasis in the body9,10. It is known to have insulinotropic, angiogenic,
and antioxidant properties and reduced plasma levels of NGF have been associated with cardiovascular
diseases and metabolic syndromes, including type 2 diabetes11,12. It has been shown to accelerate wound
healing and there is also evidence that it could be useful in the treatment of skin and corneal ulcers13. Animal
studies have shown NGF to have a profound effect on airway inflammation and asthma-related symptoms with
increased NGF levels observed in bronchoalveolar lavage fluid and serum from patients with asthma14.
NGF also has a dynamic relationship with the immune system. Production of NGF is increased after brain
injury, in part due to cytokines produced by immune cells. At the same time cells of the immune system express
receptors for NGF, which is involved in immune modulation15.
Two families of cyathane derivatives from H. erinaceus have been identified as being active in the stimulation
of NGF production: the hericenones (isolated from the fruiting body) and the erinacines (isolated from the
mycelium). Critically these molecules are small enough to pass through the blood-brain barrier. There is also
evidence that they can increase myelination1,16,17.
In China the mycelium is used to make Hericium erinaceus Pills to treat gastric and duodenal ulcers, chronic
gastritis, gastric and oesophageal cancer.
Dementia – In controlled studies H. erinaceus supplementation showed beneficial effects in patients with mild
dementia. In one study 6 out of 7 patients showed improvement in functional capacity (understanding,
communication, memory etc.) while all 7 showed improved Functional Independence Scores (eating, dressing,
walking etc.), after consuming 5g H. erinaceus fruiting body daily in soup1. In another study, 30 patients aged
50-80 with mild dementia were randomised into treatment and control groups. H. erinaceus was given as
tablets at 3g/day for 16 weeks and produced significant increases in cognitive function in the treatment group.
However, four weeks after the conclusion of the trial, cognitive function scores decreased17.
MS – H. erinaceus fruiting body extract has been shown to improve the myelination process in mature
myelinating fibers with possible benefits for MS patients18,19. NGF has also been shown to have a protective
effect on axons and myelin by suppressing the immune-mediated inflammatory processes responsible for
chronic brain destruction in neurodegenerative disorders such as MS by switching the immune response to an
anti-inflammatory, suppressive mode in a brain-specific environment13.
Neuropathy – NGF plays a role in pain sensitivity and low NGF levels have been linked to sensory neuropathy
in both in vivo and in vitro studies10. Enhanced NGF production has been shown to protect sensory function in
diabetic rats and NGF reduction has been shown to cause cardiac sensory neuropathy21,22.
Clinical studies with recombinant human nerve growth factor indicate benefit in patients with diabetic
polyneuropathy23 and NGF has also been reported to reduce pain in patients with HIV associated sensory
neuropathy24,25. However, ability to promote regeneration of sensory neurons has yet to be
demonstrated26,27.
Nerve Damage – Rats given aqueous extract of H. erinaceus fruiting bodies showed faster recovery from nerve
injury, suggesting potential for application of H. erinaceus in the early stages of nerve regeneration28.
MRSA – Extracts of both fruiting body and mycellium exhibit anti-MRSA activity with erinacines identified as
active compounds. In clinical tests in Japan MRSA is reported to have disappeared in a percentage of patients
whose diet was supplemented with H.erinaceus29.
GASTRITIS – One of the traditional indications for H. erinaceus, it appears likely that its beneficial effects in
this regard are also a function of the antibacterial action of its cyathane derivatives, with Helicobacter pylori
now known to be a major cause of chronic gastritis30-32.
CLINICAL SUMMARY
Main Therapeutic Application – Dementia, Alzheimers and Nerve Damage. May have benefit for MS but
clinical evidence lacking.
Key Component – Cyathane derivatives including hericenones and erinacines
Dose – Clinical trials support the use of dried fruiting body at a dose of 3-5g/day for increasing NGF production
while animal studies on the use of H. erinaceus for gastric ulcers produced the best results with a daily intake of
500mg/kg, which equates to the dosage prescribed in the Chinese Phamacopoeia of 25-50g/day32,33. It is likely
that similar doses would be required in cases of MRSA.
High in-vitro NGF promoting activity of mycellial extracts and the fermentation broth also indicates potential
use of biomass products in this regard34,35.
Caution – Asthma and other allergic conditions. Erinacine E is a potent agonist of the Kappa opioid receptor
with potential hallucinogenic properties36.
1. The anti-Dementia effect of Lion’s Mane mushroom and its clinical application. Kawagishi H, Zhuang C,
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