Evolve la vita multicellulare in vitro

 

Evolve vita multicellulare in vitro

Un esperimento ha creato organizzazioni multicellulari stabili di lievito in appena 60 giorni al posto che migliaia di anni

Una trasformazione che ha umpiegato miliardi di anni per accadere in natura, si è verificata in laboratorio in appena 60 giorni.

Sotto pressione artificiale una singola cellula di lievito si è trasformata in una creatura multicellulare. Questo passo cruciale è il motivo per l’evoluzione della vita dai batteri alle alghe, e se questo lavoro non replica la transizione preistorica, può aiutare a scoprire i principi che l’hanno guidata.

“Non ha richiesto una complessità mistica o una serie di cose che le persone hanno ipotizzato -geni speciali, un enrme genoma, condizioni molto innaturali”, ha detto il biologo evoluzionista Michael Travisano dela University of Minnesota.
Nel nuovo studio i ricercatori guidati da Travisano e William Ratcliff hanno cresciuto il comune lievito di birra in una flask con un brodo nutriente.

Una volta al giorno hanno agitato la flask, rimosso i lieviti che si sono depositati sul fondo e li hanno usati per fare nuove culture. Il lievito surnattante, leggero, è stato ignorato, mentre quello che si depositava più facilmente è sopravissuto per riprodursi e moltiplicarsi.

Dopo appena un paio di settimane, singole cellule di lievito hanno abbandonato le loro singole identità per unirsi insieme. Alla fine di due mesi il raggruppamento si è stabilizzato, trasformato in un arrangiamento stabile.

“La multicellularità è l’ultimo stato di cooperazione”, ha detto Travisano, che vuole capire come la cooperazione nasce da organismi competitivi ed egoisti. “Più cellule hanno creato un individuo che coopera per il bene dell’intero gruppo. Qualche volta le cellule hanno rinunciato alla abilità di riprodursi per il bene del vicino.”

L’Articolo scientificoL’articolo su Google
“Experimental evolution of multicellularity.” By William C. Ratcliff, R. Ford Denison, Mark Borrello, and Michael Travisano. Proceedings of the National Academy of Sciences, Jan. 17, 2012.

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Fungo Ogm evita danni ambientali

 

Fungo Ogm evita danni ambientali

 

Grazie a un fungo geneticamente modificato un team di microbiologi russi avrebbe attuato un “lavaggio” non aggressivo di parti metalliche normalmente inserite nei motori di aerei o di navicelle spaziali, evitando così il massiccio impiego di reagenti o decappanti particolarmente pericolosi per l’uomo e per l’ambiente.
Lo si apprende da una pubblicazione dell’Accademia delle scienze russa. “Già nel 2001 – afferma G.N. Dotsenko, coordinatore dello studio – osservando il comportamento di una coltura di Penicillium funiculosum nutrita con grafite, ci si era resi conto che i batteri riuscivano a cibarsi così bene di carbonio da lasciare perfettamente pulito il contenitore in cui agivano. Modificando il fungo per via biotech, ossia focalizzandolo meglio sui diversi composti carboderivati dei quali cibarsi, e applicando lo stesso gel a superfici anche molto ridotte che presentavano significativi residui carboniosi, a distanza di pochi giorni le abbiamo ritrovate completamente scrostate e senza alcun residuo”.

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Termiti coltivatrici di funghi

 

Termiti coltivatrici di funghi

L’agricoltura delle termiti si è sviluppata nell’Africa tropicale

termiteL’agricoltura non è una caratteristica unica degli esseri umani: anche alcuni gruppi di insetti hanno sviluppato questo modo di vivere, per esempio le termiti che coltivano funghi all’interno dei loro nidi. Queste termiti si trovano sia nelle foreste pluviali sia nelle savane tropicali in Africa e in Asia. Ma in uno studio pubblicato sulla rivista “Current Biology”, una combinazione di analisi del DNA e di modelli al computer suggerisce che l’agricoltura delle termiti ha avuto origine nelle foreste pluviali africane e si è poi sviluppata in molte altre specie che vivono oggi in varie parti del Vecchio Mondo.
La relazione fra le termiti e i funghi coltivati costituisce un impressionante esempio di simbiosi: le termiti usano materiale vegetale masticato, come legno ed erba secca, per nutrire i funghi e consentire loro di crescere, mentre il fungo converte a propria volta piante indigeribili in nutrienti che le termiti possono utilizzare. Studi precedenti avevano mostrato che, in passato, si era verificata una singola transizione verso l’agricoltura quando le termiti avevano domesticato un solo tipo di fungo, rappresentato oggi dal genere Termitomyces.
I ricercatori Duur Aanen dell’Università di Copenhagen e Paul Eggleton del Museo di Storia Naturale di Londra hanno studiato 58 colonie di termiti coltivatrici (in rappresentanza di 49 specie) in Senegal, Camerun, Gabon, Kenya, Sud Africa, Madagascar, India, Sri Lanka, Thailandia e Malesia, scoprendo che l’agricoltura delle termiti ha avuto origine nelle foreste pluviali africane. La ricostruzione del loro habitat ancestrale deriva dall’habitat delle specie oggi viventi e dall’analisi della ricostruzione, basata sul DNA, delle relazioni fra le specie.
D. K. Aanen, P. Eggleton, “Fungus-Growing Termites Originated in African Rain Forest”. Current Biology, Volume 15, No. 9, pp. 851-855 (10 maggio 2005).

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Ganoderma

GANODERMA lucidum (REISHI O LING ZHI)

E’ l’Imperatore dei funghi medicinali, il primo e  più conosciuto fungo con proprietà farmacologiche ben conosciute da più di tremila anni e non a caso riservato per millenni esclusivamente ai regnanti cinesi e giapponesi a cui assicurava lunga vita e salute. Infatti la traduzione di Reishi (giapponese) e Ling Zhi (cinese) è la stessa e significa fungo che rende immortali. Ma è anche oggetto di numerose ricerche scientifiche e di applicazioni farmaceutiche e alimentari che ne confermano sempre di più  quanto affermato nel più antico trattato di medicina cinese, considerata la Bibbia della MTC: il Pen Ts’ao Kang Mu del 1578, dove si consiglia:” l’uso costante del Ling Zhi riduce il peso e allunga la vita”.  Una delle pietre miliari di questi studi per completezza ed autorevolezza è quello del Prof. Salomon Wasser  che riportiamo nel pdf e rappresenta il primo di una serie di articoli che saranno pubblicati nei prossimi mesi. Il Prof Wasser (Direttore dell’Istituto dell’ Evoluzione dell’Università di Haifa,Israele e Direttore dell’Istituto di Biotecnologie dell’Università di Kiev, Ucraina) oltre che amico della Micomedicina è Presidente dell’International Medicinal Mushroom Association che rappresenta i più importanti Istituti e Università al mondo che si occupano di questo genere di funghi e organizza ogni due anni un convegno internazionale ad altissimo livello scientifico che fa il punto sulle ricerche applicative in campo medico-farmacologico. Al Prof Wasser ho promesso che l’anno prossimo in Cina alla Conferenza dell’IMMA per la prima volta da 16 anni un’italiano presenterà un lavoro.

Buona lettura.

Dott Maurizio BAGNATO

 

ARTICOLO IN PDF

 

 

 

 

Nei funghi piombo e mercurio

 

NEI FUNGHI PIOMBO E MERCURIO, MA ANCHE ZIRCONIO E VANADIO: RAPPORTO EUROPEO

(ANSA) – ROMA, 10 GIU – Porcini al cadmio, ovoli al piombo e champignon al boro. I funghi, si sa, possono essere velenosi. Questi invece assorbono, in modo naturale, sostanze chimiche potenzialmente tossiche. Non e’ chiaro pero’ quale sia il limite oltre cui queste diventano nocive per la salute dell’uomo. La risposta e’ nel rapporto ‘Eur Report – Elementi chimici nei funghi superiori’, edito dal Jrc della Commissione europea e presentato dall’Istituto superiore di protezione ambientale (Ispra). Lo studio – riferisce l’Ispra – parte dalla domanda su quale possa essere il livello massimo di sostanze consentite. Si analizzano cosi’ le concentrazioni di 35 elementi chimici presenti in 9.000 campioni di funghi per definire i valori-limite oltre cui i metalli diventano dannosi per la salute dell’uomo e degli ecosistemi terrestri. Oltre a porcini e ovoli, c’e’ poi il caso dell’amanita muscaria: l’unico essere vivente in natura a accumulare zirconio e uno dei pochi a concentrare il rarissimo vanadio. Ma se un fungo contiene un alto livello di piombo non vuol dire che sia il terreno a essere contaminato. Significa che e’ il fungo a scegliere quali metalli assorbire. Cosa che ha portato i micologi a definire il ”fungo di riferimento”, ciascuna specie con i propri metalli pesanti. Ma quale siano i percorsi dei metalli nel corpo umano, afferma Carmine Siniscalco responsabile del progetto Speciale funghi di Ispra, ”non e’ ancora chiaro”. Secondo i micologi dell’Amb, l’ Italia possiede oggi una banca dati enorme: oltre 9.000 esemplari di funghi e 300 campioni di suolo. Un archivio unico in Europa che ha portato la Ue a riscrivere la normativa europea sui contaminanti nei prodotti alimentari. (ANSA).Y99-GU
(10/06/2009)

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