Descrizione
Ganoderma lucidum è stato uso dal 4 ° secolo D.C. ed è ben noto in Cina come l’erba della longevità . Ganoderma è un famoso tonico ed ha trovato un posto importante nella medicina cinese per i suoi effetti benefici su tutti i visceri e la non tossicità naturale ( Liu GT, 1999) . Alcuni ricercatori hanno scoperto che i polisaccaridi di Ganoderma lucidum ( Gl – PS ) dose-dipendenti hanno abbassato i livelli sierici di glucosio dopo somministrazione a topi.
Azioni su metabolismo glicidico
I polisaccaridi di Ganoderma lucidum ( Gl -PS ) possiedono effetti ipoglicemizzanti su topi normali, un meccanismo è attraverso il rilascio di attività insulinica da facilitazione di immissione di Ca2+ alle beta cellule pancreatiche ( Zhang HN, Lin ZB, 2004). Ganoderan A e B, glucani dal corpo fruttifero del Ganoderma lucidum (Hikino H.et alii, 1985) mostrano effetti ipoglicemici in diversi test e migliorano i sintomi del diabete. 71 pazienti con diabete tipo 2 confermato, sono stati trattati con una frazione polisaccaridica di G. lucidum (Ganopoly, 1800 mg tre volte al dì per 12 giorni): Alla 12 esima settimana lo zucchero post prandiale di media si è ridotto di 11.8 mmol (l-1) nel gruppo Ganopoly con significativa differenza rispetto al gruppo placebo (Gao Y. et alii, 2004). Il micelio di cultura sommersa ed il brodo di Grifola frondosa hanno mostrato di contenere componenti bioattivi per innalzare la risposta glicemica, come nel decrescere dei trigliceridi sierici , fruttosamina, e concentrazione di glucosio sanguigno nei ratti maschi Wistar a cui era stata somministrata nicotinamide oltre alla STZ per indurre il diabete (Lo et al 2008). Uno studio simile con Ganoderma lucidum fu riportato con effetti insieme ipoglicemici ed anti-iperglicemici in ratti Wistar (Mohammed et al., 2007). I polisaccaridi di Ganoderma lucidum hanno anche mostrato un significativo incremento e dose –dipendente di antiossidanti non-enzimatici ed enzimatici, livelli sierici di insulina e di ridurre la pe ossidazione lipidica ed i livelli sanguigni di zucchero ei ratti diabetici STZ-indotti (Jia et al., 2009).