Cordyceps

E’ un efficace immunocorrettore, normalizza l’attività dei polmoni, del cuore, dei reni e del fegato. Esercita un’attività antinfiammatoria e ringiovanente. Antibiotico naturale.

Contenuto: 100 capsule

Codice A08

CORDYCEPS SINENSIS: IL FUNGO DELLA SALUTE E DELLA VIRILITA’

Cordyceps sinensis: il nome latino non vi dirà niente, ma questa radice, o fungo, che cresce abbondante nel Tibet detiene l’invidiabile primato di essere funzionale a curare tutti i mali dei polmoni, enfisema e tumori compresi, e essere allo stesso tempo un ottimo tonico della vita sessuale. Molto più sano del viagra e molto meno pericoloso. Questa pianta che è molto usata nella medicina tradizionale cinese da millenni adesso è stata studiata scientificamente anche dalla medicina tradizionale che ha confermato per via empirica le sue proprietà.

In particolare si è parlato di essa alcuni giorni fa durante un importante convegno tenutosi a Roma dove si sono incontrati cattedratici italiani e cinesi, alcuni dei quali esperti nell’ago puntura e nella cura con le medicine tradizionali cinesi, come il Professor He Jialang. Docente al Zhejiang chinese medical university in Cina e noto agopuntore in Italia.

Jialang, insieme a un cattedratico italiano, il noto immunologo professor Samuele Paparo, della seconda facoltà di Medicina de La Sapienza a Roma, e insieme ad altri due accademici cinesi, padre e figlio (Yueai Ke e Chuaiti Ke) dell’Institute of mediacl reserach dell’Univesità di San Diego in California e al professor Yong Sheng Fan della Zhejiang medical chinese University, hanno lavorato insieme su questa radice per dimostrarne le sorprendenti proprietà.

Negli scorsi anni questa pianta dal nome difficile da ricordare ha ricevuto costanti e sempre maggiori attenzioni da parte dei chimici e dei biologi oltre che dei medici veri e propri.

Il segreto di questa radice sta nel riuscire a bilanciare perfettamente i linfociti Th1 e Th2 che sono molto importanti per le risposte immunitarie dell’organismo.

Polmoni di animali di laboratorio ridotti molto male per cause di vario tipo hanno riottenuto la loro elasticità dopo trattamenti con il cordyceps. E la chimica non ha fatto altro che confermare quanto i medici che curano i pazienti con le piante classiche della medicina tradizionale cinese sanno da millenni. Inoltre questa pianta potrebbe avere effetti benefici preventivi contro molte forme di tumore. Naturalmente, come su accennato, il piatto forte per la commercializzazione consiste anche nell’ essere da sempre apprezzata come un tonico vagamente afrodisiaco. Ma non da “one shot a time”, come le pastiglie blu della Pfizer, bensì come un farmaco che migliora stabilmente la vita sessuale aiutando la salute.

C’è da dire che l’eccessiva domanda di questa radice, che è venduta in Italia soprattutto via internet o in erboristerie molto specializzate, sta ponendo seri problemi ambientali al Tibet dove prevalentemente si trova.

Si vende anche una forma di parassita fungino di questa pianta che in pratica avrebbe gi stessi effetti e si spera in futuro di potere produrre il suo principio attivo in laboratorio. Così si potrà continuare a usufruire dei suoi incredibili effetti senza che i tibetani debbano lamentare troppi danni ambientali.

Cordyceps Sinensis Mycelium (Janshubao): conosciuto in Cina come il “fungo del bruco” (caterpillar fungus), è un micelio che parassita il corpo di certi lepidotteri, che vive nelle regioni montuose della Cina e del Tibet, caratterizzato dalla potente azione tonificante e ritenuto in grado di incrementare le resistenza fisica, l’energia mentale, il vigore sessuale e la longevità. Si ritiene sia capace di migliorare le performance atletiche, aumentando la gittata sistolica. Negli ultimi anni i ricercatori hanno svolto una grande quantità di ricerche per espandere le conoscenze sugli effetti di questo micelio: gli si ascrive una capacità protettrice a livello renale, prevenendo i danni prodotti da certi antibiotici e capacità protettiva sul sistema immunitario e sui disturbi epatici. Oltre a proteine e vitamina B12, questo fungo contiene cordycepiacido ed ergosterolo, componenti che, in combinazione, incrementano la funzionalità del sistema immunitario, l’attività sessuale, miglioramenti della funzione polmonare, epatica e renale, oltre a migliorare l’ossigenazione dei tessuti.3 L’azione a livello del sistema respiratorio si manifesta attraverso il rilassamento della muscolatura bronchiale e bronchiolare, facilitando il passaggio dell’aria e la respirazione, aumentando il flusso ematico a livello muscolare. Queste proprietà ne spiegano l’azione sulle manifestazioni asmatiche, bronchiti croniche e tubercolosi4. A livello epatico il cordycepts agisce non solo come protettore cellulare, ma agisce nei casi d’epatite e cirrosi, mentre a livello cardiaco la sua azione si estende sui disturbi cardiovascolari e nei casi d’ipertensione. Cordyceps è in grado di ridurre gli effetti negative di innumerevoli malattie attraverso l’incremento dell’attività immunitaria e il rafforzamento della resistenza ai batteri ed ai virus; svolge un’azione efficace neicasi di leucopenia e nei danni cellulari causati da radioterapia e chemioterapia. Yamaguchi ed altri, nel 1990, confermò la capacità del cordycepts di stimolare il sistema immunitario5. Studi ospedalieri hanno dimostrato la capacità di ridurre il colesterolo totale del 17% ed i trigliceridi del 9%, incrementando le LDL del 27%. Risultati lusinghieri sono stati osservati anche nel caso di disturbi erettili di origine vascolare.

Cervello a rischio tumori con il cellulare

LONDRA (Gran Bretagna) – Usare il cellulare per più di 10 anni aumenterebbe il rischio di ammalarsi di tumore al cervello. Lo sostiene un studio svedese, opera di due eminenti professori – Lennart Hardell dell’Università di Orebro e Kjell Hansson Mild dell’Umea University – che contraddice così le ultime ricerche ufficiali, che negavano un nesso fra i telefonini mobili e il cancro. Stando ai nuovi risultati, invece, le persone che usano il cellulare da un decennio o più, anche solo per un’ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore nel lato del cervello dove di solito appoggiano il dispositivo.

INDEPENDENT– «E’ necessaria una grande attenzione nell’uso del telefonino – avvertono gli scienziati nella relazione pubblicata dalla rivista Occupational Enviromental Medicine – e soprattutto i bambini, che sono particolarmente vulnerabili, dovrebbero essere scoraggiati dall’utilizzarlo». A quanto sostiene l’Independent, che ha riportato lo studio, i risultati sarebbero tanto importanti quanto preoccupanti, perché mettono insieme ricerche su persone che hanno usato il cellulare per un tempo abbastanza lungo da poter contrarre la malattia. Finora, infatti, le rassicurazioni ufficiali sulla sicurezza dei cellulari si basavano su ricerche compiute, nella migliore delle ipotesi, su un campione ristretto, ma il cancro impiega almeno 10 anni per svilupparsi, quindi questi studi erano giocoforza parziali.

STUDI PRECEDENTI – Il mese scorso, una ricerca inglese sulla sicurezza dei dispositivi promossa dalla Mobile Telecommunication and Health Research (MTHR) e costata quasi 9 milioni di sterline (circa 13 milioni di euro), era arrivata alla conclusione che i cellulari «non potevano essere associati a danni biologici». Ma il presidente della MTHR, il professor Latrie Challis, aveva ammesso che solo una piccola parte dello studio aveva riguardato gente che usava il cellulare da più di un decennio e aveva annunciato la necessità di nuove ricerche, più complete, per un risultato il più possibile certo. «Non possiamo escludere la possibilità che il cancro possa apparire nel giro di pochi anni – aveva avvertito lo scienziato – perchè la nostra ricerca ha scoperto qualche timido accenno nelle persone che sono state esposte alle radiazioni per oltre un decennio».

RISCHI PER IL CERVELLO – I due luminari svedesi hanno, invece, riunito i risultati di 11 precedenti studi svolti in Svezia, Danimarca, Finlandia, Giappone, Germania, Stati Uniti e Inghilterra, che ribadivano l’aumento del rischio di sviluppare il cancro, soprattutto nel lato di cervello dove la gente è solita appoggiare il telefono. Cinque dei sei studi sui «gliomi», tumori delle cellule che proteggono quelle nervose, avevano confermato il potenziale pericolo, mentre quattro relazioni su cinque avevano rilevato la presenza di neuromi acustici, forme tumorali benigne ma spesso causa di invalidità come la sordità. I due svedesi hanno così raccolto i risultati per analizzarli nel loro complesso e hanno perciò stabilito che le persone che usano il telefonino da un decennio o più hanno il 20% in più di possibilità di contrarre una patologia come il neuroma acustico e il 30% in più di sviluppare un glioma maligno. E il rischio sarebbe ancora più grande dal lato della testa su cui appoggia il cellulare: più che triplicato nel primo caso, addirittura quintuplicato nel secondo. «Queste valutazioni danno un campione esauriente per valutare i rischi di aumento di neuromi e glomi – hanno sottolineato Hardell e Mild – . Non solo. In base a questi risultati, non si possono nemmeno escludere la presenza di altre forme di tumore al cervello».

CORDLESS – Lo studio svedese ha interessato anche i cordless e pure in questo caso si è registrato un aumento di entrambe le patologie. In altre parole, usando un cellulare o un telefono senza fili per 2000 ore – ovvero, meno di un’ora al giorno per 10 anni – vi sarebbe un rischio concreto di ammalarsi. «Penso che sia davvero strano vedere così tante ricerche ufficiali che dicono che non ci sono rischi – ha spiegato il professor Mild al giornale inglese – perché ci sono precise indicazioni sul fatto che qualcosa succede dopo i dieci anni».

Non a caso, il luminare utilizza il cellulare il meno possibile e consiglia di farlo sempre e comunque con i dispositivi vivavoce e di evitare le telefonate chilometriche, preferendo in questo caso gli apparecchi fissi. Grande attenzione poi con i bambini, ai quali i cellulari dovrebbero essere tassativamente proibiti. Il professore riconosce comunque come il numero di radiazioni emesse dai telefoni di ultima generazione sia notevolmente diminuito rispetto al primo dispositivo apparso sul mercato una decina di anni fa, ma la sua raccomandazione è di preferire modelli a bassa radiazione, visto soprattutto il proliferare del Wi-Fi, che emette raggi altrettanto pericolosi, seppur in misura minore rispetto ai telefonini.

PARERI CONTRASTANTI – Stando alla Health Protection Agency inglese, questo studio svedese sarebbe «molto indicativo», pur ammettendo che i risultati «non si possono considerare ancora definitivi», mentre l’associazione degli operatori di telefonia mobile (Mobile Operators Association) rileva come non ci siano nuovi dati certi sui rischi per la salute, ma concorda sul fatto che siano necessari nuovi studi. Nel frattempo, gli scienziati hanno chiesto anche una revisione degli standard di emissione dei telefoni mobili e di altre fonti radioattive che loro stessi descrivono come «inappropriate» e «non sicure».

Simona Marchetti
08 ottobre 2007(ultima modifica: 17 ottobre 2007)

Obesità e crampi intestinali: la causa nella flora batterica

Non fanno differenza l’etnia, il sesso e la dieta seguita: nell’organismo esistono tre grandi gruppi di batteri intestinali. Individuare queste comunità batteriche permetterebbe di capire perché una persona soffre di obesità, ha dolori intestinali, o si ammala di cancro e di malattie infiammatorie dell’intestino. È il risultato di uno studio condotto dai ricercatori di Heidelberg, in Germania, e pubblicato su Nature.Si è scoperto, così, che i Bacteroides metabolizzano i carboidrati e potrebbero combattere l’obesità. Sono più diffusi in età avanzata, quando il metabolismo dei carboidrati rallenta e quindi i batteri, per resistere, devono favorirlo. La Prevoltella degrada le mucine, proteine del muco intestinale, favorendo così la comparsa di dolori intestinali, che sono per l’appunto dovuti alla mancanza della protezione mucosa. Il Ruminococcus aiuta le cellule ad assorbire gli zuccheri, e per questo sarebbe associato all’aumento di peso. Individuando, quindi, il Dna della specifica comunità di batteri presente nell’intestino, si potrebbero creare diete ad hoc, controllare gli aumenti di peso, e, nel caso di infezioni, prescrivere cure più mirate.La scoperta arriva un anno dopo la mappatura del Dna di tutta la flora intestinale, che ha portato a individuare 3,3 milioni di geni, ovvero un numero 150 volte più alto rispetto a quello che costituisce il patrimonio genetico delle cellule umane.

Funghi che hanno cambiato la storia

I più importanti eventi storici che hanno influenzato la vita dei popoli sono avvenuti per caso o comunque in modo fortuito!
Decisioni improvvise di occupare territori di altre nazioni, cambiamenti di fronte in guerre quasi vinte o pressoché perdute, tradimenti ed uccisioni di capi di Stato – da Caio Giulio Cesare a Kennedy -, rovesci di fortuna dovuti ad improvvisi eventi meteorici, epidemie che hanno cancellato in breve tempo gruppi etnici sono state altrettante cause di mutamenti e di svolte storiche che hanno segnato, in modo irreversibile, nel bene e nel male, molteplici eventi umani.
E’ difficile credere che dei microscopici funghi abbiano sconvolto l’assetto politico mondiale ed il comportamento degli uomini. Tuttavia ciò è avvenuto nel corso dei secoli ed ha lasciato la sua indelebile impronta.

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Organismi pionieri e rocce: le patine a ossalati di calcio

Gli organismi “pionieri” sono quelli che colonizzano per primi una roccia nuda in
campo: quindi batteri (che in realtà organismi non sono), alghe, funghi e soprattutto
licheni. Noi qui parleremo brevemente solo di questi ultimi rimandando per più
precise e dettagliate informazioni alla letteratura specializzata (Ahmadjian, 1993;
Brown, 1984; Carlile et al., 2001; Dalby et al.,1988; Deacon, 2000; Gilbert, 2000;
Hale, 1983; Hawksworth and Hill, 1984; Laundon, 1986; Nash, 1996; Ozenda et
Clauzade, 1978 ; si veda anche l’elenco dei siti web in calce alla bibliografia).
I licheni sono associazioni mutualistiche, vale a dire simbiosi, tra un fungo e un
partner capace di fotosintetizzare (un’alga o un cianobatterio) che danno vita a un
organismo composito. Il fungo forma un tessuto attorno alle cellule algali, fornendo
loro acqua e sostanze minerali assorbite tramite le ife dal substrato roccioso. A sua
volta il partner fotosintetico fornisce al fungo carbonio organico (amidi e zuccheri) e,
nel caso dei cianobatteri, azoto organico (nitrati e sali d’ammonio) a partire dall’N2
presente in atmosfera. L’alga fornisce inoltre alla simbiosi anche sostanze
auxotrofiche (vitamine). Le “informazioni” e lo scambio dei nutrienti tra i due
partner avvengono attraverso propagoli del fungo, che penetrano la parete algale,
detti austori. Leggi tutto