SIMBIOSI MUTUALISTICA TRIPARTITA

 

SIMBIOSI MUTUALISTICA TRIPARTITA

LE FORMICHE

 


 

Le formiche che sono passate prepotentemente attraverso la storia dei funghi e con un senso evoluzionistico clamoroso sono le formiche tagliafoglie del genere Atta, Atta sexdens e Atta cephalotes e soprattutto per gli agricoltori del centro-sud america. Infatti un nido di Atta consuma ogni giorno una massa di foglie pari a quella consumata da un bovino adulto. I loro nidi che possono raggiungere gli 8 metri di profondità rovinano i terreni e possono trasformarsi in trappole per mucche che rischiano di sprofondarci dentro. I danni alle coltivazioni sono ingenti ed i mezzi di lotta non sempre riescono a eliminare le formiche.

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Il Fungo della situazione n.3

FUNGO DELLA SITUAZIONE N° 3

              

Agaricus bisporus (Champignon)

Come descrivere attraverso i funghi, l’attuale situazione dell’Associazione Int. di Micomedicina ONLUS, in poche parole come  in una grande lettiera dove stanno per spuntare gli Champignon, con il  micelio bianco che di tanto in tanto affiora, facendo presagire una buona raccolta. Ed anche lo Champignon può considerarsi un fungo officinale, a leggere l’articolo di seguito ed in particolare per le vitamine del gruppo B. I nostri amici dell’AIF saranno contenti di quanto stiamo dicendo, dopotutto la battaglia sullo Champignon è tutta merito loro; non possiamo che essere  d’accordo su quanto affermato, ma ricordiamo pure  il principio della precauzione in ogni caso e di  qualche mala lingua che aveva supposto, tempi addietro, una possibile cancerogenicità dell’”agarico bianco”. Dobbiamo essere convinti che non ci troviamo davanti a semplici alimenti dove le reazioni della cosa in sé sono relativamente prevedibili, ma anche e soprattutto per il rispetto con cui dobbiamo guardare al III Regno dei Viventi in particolare nell’uso quotidiano alimentare.

Questo è un articolo molto interessante sui Champignon, e lo dedichiamo a Enzo.

                                                                                                                    IL PRESIDENTE

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Il fungo della situazione n. 4

 


FUNGO DELLA SITUAZIONE N. 4

 

Come i funghi risolveranno i problemi dell’uomo: malattie e crisi energetica, l’esempio Novozymes

(Il fungo della situazione n° 4 : Pseudoplectania nigrella)

Na tazzurella e cafè

Novozymes

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Genoma di un fungo apre la strada alla prossima generazione di biocarburanti

Genoma di un fungo apre la strada alla prossima generazione di biocarburanti



Un team di ricercatori provenienti da Francia e Stati Uniti hanno completato il sequenziamento dell”intero genoma del Trichoderma reesei, un fungo conosciuto per la sua capacità di scomporre e convertire biomassa vegetale in zuccheri semplici. Si prevede che il lavoro, in parte finanziato dall”UE, possa aprire nuove e più efficaci strade per la produzione di biocarburanti attraverso l”uso di piante non commestibili.

Il Trichoderma reesei contiene molti enzimi cellulasici che possiedono potenti capacità catalitiche per scomporre le piante. Il fungo fu scoperto per la prima volta nel sud del Pacifico durante la Seconda guerra mondiale, dove provocò il caos consumando le uniformi e le tende in tela dei soldati statunitensi stanziati in quelle zone.

Per saperne di più su questi incredibili enzimi, i ricercatori hanno confrontato il genoma del fungo con altri 13 genomi fungini. Con loro grande sorpresa hanno scoperto che il T. reesei possiede un numero notevolmente inferiore di geni che codificano le sue cellulase, molto meno degli altri funghi capaci di scomporre la parete cellulare delle piante.

“Conosciamo la reputazione del T. reesei di essere un produttore di grandi quantità di enzimi degradanti, tuttavia siamo rimasti sorpresi dal ridotto numero di tipi di enzimi che esso produce e questo ci suggerisce che il suo sistema di secrezione delle proteine sia incredibilmente efficiente,” ha detto Diego Martinez, autore principale dello studio e ricercatore presso l”Università del New Mexico.

I ricercatori si sono in seguito interessati alla complessità delle componenti del pathway secretorio del T. reesei. “Anche se sembra essere cambiato molto poco nel meccanismo secretorio da quando si è allontanato da un antenato comune con il lievito,” ha detto il dott. Martinez. “Ci sono alcune interessanti differenze nel modo in cui il T. reesei trasforma alcuni legami proteici importanti per la produzione di cellulase.”

Nella loro analisi comparativa del T. reesei con altri funghi, il team ha osservato il raggruppamento di geni enzimatici attivi ai carboidrati che suggerisce un ruolo biologico specifico: la degradazione dei polisaccaridi. “Anche se i tessuti vegetali probabilmente non sono la principale fonte di nutrienti per il T. reesei, con la scoperta di cellulosa ed emicellulosa sembra che l”organizzazione di questi geni preposti alla degradazione possa essere la chiave di una risposta rapida,” ha spiegato il dott. Martinez.

I ricercatori ritengono che il fungo possa diventare l”organismo scelto per la produzione di biocarburanti di seconda generazione. Poiché i biocarburanti di prima generazione sono ottenuti da molte delle coltivazioni di alimenti di base nel mondo, è in corso la gara per sviluppare carburanti di seconda generazione che non interferiscono con la catena alimentare e che usano gli scarti agricoli come la paglia, la segatura e i tutoli.

“La capacità di secernere grandi quantità di enzimi extracellulari, la disponibilità di strumenti genetici e la semplice ed economica fermentazione che caratterizzano il T. reesei, lo rendono un candidato ideale per produrre enzimi utili per la conversione di materie prime per la biomassa come le stoppie del grano, la paglia dei cereali e il panico verga per produrre etanolo e sostanze chimiche attualmente derivate da fonti non rinnovabili,” hanno scritto gli autori dello studio.

Prima che questi enzimi possano essere prodotti a livelli economicamente accettabili, sarà necessario possedere una maggiore comprensione delle dinamiche di crescita delle cellule e di produzione dell”enzima. “Si stanno già sviluppando modelli matematici e cinetici per ottimizzare questi processi, e poter disporre di un sequenza completa del genoma fornirà un progetto per migliorare i modelli e per consentire strategie di miglioramento del ceppo per creare miscele enzimatiche superiori da un singolo ceppo altamente produttivo,” dicono i ricercatori.

Le conclusioni dello studio sono pubblicate nell”ultima edizione di Nature biotechnology. Il supporto UE per questa ricerca è venuto dal finanziamento del progetto FungWall.

Fonte: Cordis (20/05/2008)