Agaricus blazei Murrill

Caratteristiche dell’ Agaricus blazei Murrill :

Cappello: 5-9 cm, convesso, carnoso, con cuticola bruno chiaro più scura al contatto, da giovane margine con membrana fioccosa.
Lamelle: fitte, prima bianche poi rossastre-brune.
Gambo: 3-4 x 1,5-2 cm, corto e sodo, bianco e liscio, con anello bianco e membranoso.
Carne: soda e bianca, al taglio rosea; buon odore e sapore.
Spore: bruno-seppia; presenta basidi con due sole spore anziché quattro.
Ottima Commestibilità.
Questo fungo è originario dalla foresta pluviale brasiliana e gli indigeni lo chiamano “il fungo di Dio” perché lo hanno utilizzavano in casi di malattie gravi. Nei paesi sviluppati l’Agaricus Blazei Murril ha una storia relativamente breve, infatti solo da 35 anni è stato preso considerazione dalla Comunità Scientifica Internazionale. Per le sue straordinarie proprietà medicinali, ha cominciato ad essere studiato ed utilizzato anche in Giappone, Stati Uniti, oltre che in America Latina, mentre in Europa è ancora assai sconosciuto.

Agaricus blazei Murrill

 

Coriolus versicolor (kawaratake)

Caratteristiche del Coriolus Versicolor :

Sporoforo: 3-15 centimetri, in numerosi esemplari sulle ceppaie, sessili, a piani sovrapposti che si intersecano formando delle composizioni pseudo floreali, superficie vellutata. Colori variabili, dal crema ocra e giallo al nocciola, dal crema al bruno scuro con toni viola o neri, le strisce di colore si alternano con la parte chiara all’esterno e le zone più scure all’interno,
Imenio: tubuli bianco crema poi color ocra chiaro. Pori: piccoli tondi chiari.
Habitat: sul legno dei tronchi morti, latifoglie.
Commestibilità: Non commestibile.
In Asia e nella Medicina Tradizionale Cinese è conosciuto ed apprezzato da centinaia di anni. E’ stato usato nelle malattie infiammatorie ed infettive delle vie aeree superiori e nell’epatite cronica. Tonifica Milza, Fegato e Cuore, nutre la mente e contrasta la stanchezza.

coriolus versicolor

 

Effetti delle nanotecnologie sulla salute

Nanotecnologie, dubbi sugli effetti sulla salute

«Mancano gli studi»; «sospetti effetti sulla salute»; «conseguenze ambientali sconosciute». Dalla Germania arriva un allarmante stop ad una delle più promettenti – e, oramai, diffuse – tecnologie: le nanoparticelle. La Umweltbundesamt (Uba), l’Ufficio federale tedesco dell’Ambiente, ha invitato ad evitarne l’uso in attesa di dati più certi. Riporta la notizia La Stampa.

«Le nanoparticelle – si legge sul quotidiano torinese – rischiano di rivelarsi un pericolo per l’ambiente e per la salute, ha avvertito ieri in un documento l’autorevole Umweltbundesamt (Uba), l’Ufficio federale tedesco dell’Ambiente. Che è arrivato a proporre una soluzione draconiana: visto che finora mancano dati a sufficienza sugli effetti delle nanoparticelle su uomo e ambiente, meglio per il momento “evitare l’uso di prodotti che contengono o rilasciano nanomateriali”».

«È un semaforo giallo – continua l’articolo – per le nanotecnologie difficile da tradurre in pratica. Ormai le nanoparticelle sono infatti ovunque: nelle creme solari, dove vengono usate per fermare i raggi UV, nelle gomme delle auto, dove aiutano a ridurre l’attrito e a tagliare così i consumi, nelle lampade Oled, dove permettono di risparmiare energia. E i campi d’applicazione si estendono senza sosta.

«Lo stesso Uba – si legge ancora – è ben lungi dal demonizzare questo settore. “Le nanotecnologie e i prodotti nanotecnologici consentono di utilizzare le materie prime e l’energia in modo più efficiente nel corso del ciclo di vita di un prodotto e di ridurre il rilascio di sostanze nocive e il consumo energetico”, si legge nel documento».

«Non del tutto chiare – conclude La Stampa – sono, per esempio, le conseguenze per l’uomo. Le nanoparticelle, scrive l’Uba, possono riuscire a introdursi nell’organismo attraverso il contatto con la pelle, per vie respiratorie oppure orali; a quel punto possono finire nei polmoni e generare delle infezioni, ma anche intaccare l’apparato gastrointestinale. Studi su alcuni ratti hanno dimostrato che le nanoparticelle posso raggiungere per via nasale il cervello o danneggiare l’attività genetica. E restano tutte da esplorare le conseguenze sull’ambiente».


Fonti
  • La Stampa, pag. 19.

Ganoderma lucidum

Caratteristiche del Ganoderma Lucidum :

Cappello: Circolare, reniforme o a ventaglio, con gambo verticale od obliquo, superficie lucida-laccata oppure opaca in età molto avanzata, color bruno-rossastra, con orlo del cappello giallastro.

Gambo: Eccentrico, concolore al cappello, di dimensione variabile 15-30 cm, oppure nullo.

Carne: Elastica, poi coriacea, legnosa ma non troppo, quasi rugginosa. Odore: leggero, gradevole, di tannino. Sapore: legnoso, tanninico.
Habitat: Cresce in primavera inoltrata, estate ed autunno, su ceppi di latifoglie specialmente di quercia e di castagno, talvolta anche di olivo.
Commestibilità: Non commestibile in quanto estremamente legnoso.
Etimologia: Dal latino lucidum, lucido, per il suo aspetto lucido, brillante, quasi laccato.
In Cina è conosciuto col nome di “Ling zhi” mentre in Giappone con l’appellativo di “Reishi“. In questi due paesi è comunque considerato il “fungo dell’immortalità” per via delle proprietà officinali.
In Cina ed in Giappone viene coltivato sin dall’antichità, essiccato e poi ridotto in polvere; è usato per la preparazione di decotti, unguenti, liquori oppure viene semplicemente trasformato in compresse.

ganoderma lucidum

 

Bioaccumulatori

Funghi simbionti nella biopercezione, nel biorisanamento e nel biomonitoraggio ambientale

Responsabile –Paola Bonfante

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Questo progetto è suddiviso in due azioni:

3.1 Biopercezione e biorisanamento mediante l’utilizzo di funghi simbionti radicali

3.2 Licheni come biosensori per il monitoraggio ambientale.

 

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