AVVELENAMENTI DA FUNGHI: Storia di una Trogia venenata
Salve cari lettori della Micomedicina, questa volta, vista la stagione, ci occupiamo di avvelenamenti da funghi, l’aspetto che più dell’uso come medicinale, che rappresenta il nostro interesse, ha portato invece alla ribalta mediatica (spesso nella cronaca nera) i nostri amati funghi! Nella sintesi degli articoli (a lato) abbiamo riportato alcune informazioni importanti sulla prevenzione e sull’epidemiologia, evidenziando che in Italia ancora si muore (una decina di casi l’anno) soprattutto per la sindrome falloidea da ingestione di Amanita phalloides e delle Lepiote di piccola taglia (cristata e brunneoincarnata), nonostante gli Ispettorati Micologici presenti in tutte le ASL (unicità mondiale: i micologi nel SSN) e MdS (vedi pubblicazione) impegnati nella prevenzione: con il controllo di quanto raccolto, informazione e intervento di consulenza agli ospedali in caso di ingestione. Ma questa volta voglio parlare di un’avvelenamento da fungo esotico che è stato la causa della Sindrome della Morte Improvvisa nella regione dello Yunnan (ovest della Cina) con centinaia di morti, dagli anni 70 fino al 2009, che come dice il nome abbatteva repentinamente le persone in buona salute facendole crollare morte spesso mentre passeggiavano o lavoravano nei campi. Il responsabile è stato ritenuto essere il fungo Trogia venenata individuato dopo anni di studi e indagini epidemiologiche nel territorio effettuati dall’agenzia epidemiologica di stato cinese analoga al CDC USA. L’epidemiologia (analisi della mortalità in ambiti familiari) è stato il fattore chiave che ha consentito di individuare tutte le più recenti sindromi da avvelenamento da funghi, in particolare quelle a lunga incubazione come la Sindrome Orellanica (Cortinarius orellanus e speciosissimus), anche se, come nel caso Trogia , non c’è ancora concordanza tra gli studiosi sui fattori chiave e i meccanismi, soprattutto sulla base di un’osservazione: molti di quelli che morivano per fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco non avevano avuto disturbi intestinali dopo l’assunzione del fungo che peraltro mangiavano da anni, ipotizzando anche una sorta di resistenza alle tossine da parte di gruppi familiari su una interazione dose dipendente delle 3 tossine ( un acido guanodino butirrico e due aminoacidi acetilenici) che avevano causato la morte improvvisa dei ratti di laboratorio.
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